L’hip hop fuori dagli schemi: in teatro sui passi di Merzouki

Il coreografo ’sdogana’ il genere al Comunale con il balletto ’Cartes Blanches’

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Käfig in tedesco vuol dire ‘gabbia’. E dalla gabbia (delle convenzioni, delle regole prefissate, dagli stili e anche della tradizione) il coreografo Mourad Merzouki si è liberato già più di 25 anni fa, esplorando il linguaggio dell’hip hop in tutte le sue declinazioni e in tutti i suoi contatti, per esempio con il mondo circense, con le arti marziali e con la danza contemporanea. "Il suo progetto artistico – viene osservato – è aperto sul mondo e sulla pluralità dei linguaggi coreografici. Senza perdere di vista le radici del movimento, le sue origini sociali e geografiche, questo confronto permette di aprire nuovi orizzonti alla danza, con punti di vista inediti". È stato il primo in Europa a dare una struttura drammaturgica e una trama coerente a spettacoli costruiti sulla ‘danza di strada’, e questo l’ha reso un punto di riferimento nel panorama internazionale.

Stasera alle 20.30 il palcoscenico del teatro Comunale Pavarotti Freni sarà tutto per la Compagnie Käfig e per le sue "Cartes Blanches", carte bianche, con cui nel 2016 Merzouki ha celebrato i vent’anni del suo gruppo coreografico. In quell’occasione ha riunito vari danzatori che hanno attraversato la vita della compagnia, e lo spettacolo è concepito come un luogo di amicizia e di complicità ritrovate, "vent’anni di costruzioni, di tappe, di successi, di gesti e di parole". La scenografia è semplice e curiosa: un divano, poltrone, lampadari e tappeti. E in questa cornice quasi ‘classica’, da salotto di famiglia, sulle musiche di Armand Amar, con i costumi di Emilie Carpentier e le luci di Yoann Tivoli, si accende l’energia dei danzatori che ritrovano qui istanti di memoria, testimonianze di un percorso compiuto insieme.

Mourad Merzouki è direttore del Centro coreografico nazionale Créteil e Val de Marne, nella banlieue di Parigi, e in questi anni ha conseguito numerosi riconoscimenti per la sua attività: è commendatore dell’Ordre des Arts e des Lettres, e già tre anni fa il suo nome è entrato nella Larousse, l’enciclopedia francese. Con lui l’hip hop ha saputo davvero... attraversare la strada.

Stefano Marchetti