Lì un’altra vittima nel 2019 "Sicurezza, ora fare di più"

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La morte tragica della giovane Alessandra Arletti, oltre al dolore ha riacceso le polemiche sulla pericolosità di Traversa San Giorgio in relazione alla presenza del ‘percorso della salute’ che attraversa in due punti la strada a scorrimento veloce, la quale collega l’uscita dell’autostrada a Modena. Alessandra non è la prima vittima di quella strada: il 10 ottobre 2019 Kamel Jellali, 56 anni, perse la vita all’incrocio tra via Bollitora e Traversa San Giorgio (dove c’è il semaforo a chiamata) dopo essere stato investito da due macchine, poco dopo le 19. Anche lui percorreva il ‘percorso della salute’. Da quel 10 ottobre, all’angolo tra le due strade, ci sono sempre tanti fiori. "Ci sono molte cose che andrebbero riviste in tema di viabilità a Carpi. Troppi pedoni morti, è ora di dire basta". Ad intervenire è Marco Morselli, che il 14 luglio 2019 ha perso la moglie, Barbara Alvisi: la donna, 54 anni, è morta dopo essere stata investita da una macchina mentre stava attraversando a piedi sulle strisce pedonali via Nuova Ponente. "Questo è il momento del dolore e non delle polemiche – prosegue Marco Morselli –. Ma è necessario anche che vengano presi al più presto dei provvedimenti perché quello che è accaduto a mia moglie, alla giovane Alessandra e ad altre vittime della strada non accada più. Non ha senso, ad esempio, collocare un ‘percorso della salute’ che attraversi in due punti una strada a percorrenza veloce senza al tempo stesso prevedere elementi che obblighino gli automobilisti a rallentare, come dossi e velox fissi. Occorrono tutelare pedoni e ciclisti". Ieri sera il gruppo MuoviCarpi, di cui fanno parte Morselli ed un’insegnante delle medie di Alessandra, simbolicamente ha indossato una maglietta bianca e si è fermato davanti alla Cattedrale per un momento di preghiera in suo ricordo.

Maria Silvia Cabri