Lingua dei segni e canti ’mimati’ Sabato la prima messa inclusiva

Nella chiesa di San Giuseppe,. Don Bellini: "Puntiamo sui sensi. per aiutare le persone fragili,. tutti hanno diritto ai sacramenti"

Una messa aperta a tutti i fedeli, ma in particolar modo dedicata ai bambini e agli adulti con disabilità. E’ quella che sarà celebrata sabato alle 19 nella chiesa di San Giuseppe. "Sono molto contento di sperimentare, per la prima volta nella nostra Diocesi, una liturgia inclusiva, capace di coinvolgere anche le persone fragili, mediante il sapiente uso dei cinque sensi – commenta don Carlo Bellini, parroco e vicario episcopale per l’evangelizzazione – L’inclusione delle persone fragili, specie dei bambini, nell’ambito della vita della comunità parrocchiale è molto importante".

La messa sarà animata dai membri del Settore disabilità dell’Ufficio Catechistico Diocesano e dal gruppo ‘Isola che non c’è’, appunto valorizzando tutti i 5 sensi.

"Come Ufficio di Catechesi – prosegue don Carlo – ci siamo chiesti se fosse possibile introdurre nelle celebrazioni liturgiche modalità e strumenti capaci di utilizzare diversi canali comunicativi in modo da essere accessibili a tutti, anche a coloro che non utilizzano il tradizionale linguaggio verbale. Ci stiamo impegnando in una rinnovata riflessione per accogliere i bimbi fragili e le loro famiglie, sia durante la messa che al catechismo, con percorsi adatti, perché tutti hanno diritto di ricevere i sacramenti".

Nello specifico, nella celebrazione eucaristica presieduta da don Carlo Bellini si punterà a dare valore ai sensi: alla vista, attraverso l’uso di un grande schermo che servirà per proiettare i testi delle letture e dei canti, anche utilizzando la Comunicazione Aumentativa Alternativa.

Nei diversi angoli della chiesa saranno collocati dei cartelli in CAA per aiutare le persone con disabilità intellettiva a comprendere il senso delle cose che vedono.

Per l’udito sarà presente la traduzione nella lingua dei segni, inoltre le musiche saranno realizzate con più strumenti musicali ed i canti saranno animati attraverso la gestualità.

"La chiesa – sottolinea il parroco – deve essere inclusiva, per rendere la persona con disabilità protagonista all’interno delle comunità cristiane, per far sì che sia accolta e possa vivere pienamente ogni dimensione della vita di fede e comunitaria. Una volta sperimentate queste tecniche, valuteremo quali poter inserire stabilmente nelle messe dedicate ai bambini (cuscini morbidi per terra, spazi in cui potersi muovere in libertà). Una sperimentazione che parte da San Giuseppe ma che ovviamente sarà proposta a tutte le parrocchie".

r.m.