Incubo liste d’attesa a Modena. "Dalle visite oculistiche alla dermatologia. Mancano gli specialisti"

Il punto con la direttrice Pederzini del Servizio gestione dell’Ausl "La pandemia ha avuto un impatto rilevante sull’ organizzazione Siamo impegnati costantemente nell’arruolamento di medici"

Lucia Pederzini (Servizio Gestione delle attività di specialistica ambulatoriale)

Lucia Pederzini (Servizio Gestione delle attività di specialistica ambulatoriale)

Modena, 19 marzo 2023 – Le più lunghe sono le attese per le visite neurologiche, chirurgia vascolare, urologiche, dermatologiche, oculistiche. Mentre per la diagnostica si tribola soprattutto quando hai da fare un’ecografia capo e collo, una mammografia, una risonanza magnetica muscolo-scheletrica. Meglio invece le visite cardiologiche, diabetologiche, ginecologiche dove il limite previsto in Regione dei 30 giorni viene quasi sempre rispettato. È un quadro a luci e ombre quello che emerge scorrendo il monitoraggio dei tempi per gli esami su Modena.

Ma a cosa sono dovuti i ritardi e le lunghe liste d’attesa? La dottoressa Lucia Pederzini, direttrice del Servizio Gestione delle attività di specialistica ambulatoriale si occupa tra l’altro proprio del monitoraggio delle prenotazioni.

Dottoressa, il tentativo di ridurre i tempi di attesa c’è, ma si fa molta fatica ad assorbire la domanda.

"Siamo di fronte ad un sistema sanitario che ha gestito una pandemia con impatti rilevanti sull’intera organizzazione. La domanda di prestazioni sanitarie è tornata ai livelli del 2019, mentre l’offerta, sebbene in costante aumento, non è ancora del tutto tornata ai livelli pre-pandemici, pur registrando un netto miglioramento rispetto al 2021".

Di che percentuali parliamo?

"Per visite ed esami prenotati a Cup come ‘primi accessi’, rileviamo nel 2022 un -9% di offerta rispetto al 2019 (anno pre-covid) e un +10% di offerta rispetto al 2021. C’è un rilevante incremento di prestazioni prenotate in particolare di diagnostica pesante, tac e risonanza magnetica: +956 (pari a +5%) e +7.800 (pari a +20%) nel 2022 rispetto al 2019. Bisogna ricordare inoltre che questa provincia ha recuperato tutte le prestazioni sospese durante la pandemia già due anni fa, compresi gli inviti agli screening oncologici".

In alcune branche specialistiche le difficoltà c’erano anche prima del covid, ora quali sono le maggiori criticità per l’azienda sanitaria?

"Sono correlate a tre fattori: tempi più lunghi per l’esecuzione delle prestazioni a tutela della sicurezza di operatori e pazienti (distanziamento nelle sale di attesa, sanificazione degli ambulatori), impegno dei sanitari a recuperare le prestazioni sospese, malattie dei sanitari che hanno contratto il Covid anche più volte. A partire dall’autunno 2021 è stata ripristinata la tempistica del periodo pre pandemico, con volumi in deciso incremento (648.575 prenotazioni Cup a livello provinciale nel 2022 rispetto alle 590.875 del 2021). Tra gli impatti della pandemia poi c’è anche la difficoltà a reperire gli specialisti".

Come mai c’è carenza?

"Da una parte c’è un tema di programmazione nazionale. Ci sono stati specialisti che sono andati in pensione prima del tempo e altri che si sono ammalati durante il periodo covid e per alcune prestazioni si sono verificati riduzioni più evidenti. Ora è in corso una ricostruzione del corpo sanitario. L’azienda è impegnata costantemente nell’arruolamento di medici specialisti, attraverso concorsi e bandi di specialistica territoriale. Sono state incrementate dal livello nazionale le borse di studio per le specializzazioni, l’effetto lo vedremo tra alcuni anni".

Quali sono i settori che soffrono di più a livello di personale?

"C’è carenza soprattutto di oculisti, ginecologi, dermatologi, radiologi, pneumologi. Per garantire comunque la risposta abbiamo strutturato una linea telefonica dedicata chiamata ’Specialista on call’".

Come funziona?

"È attiva per cinque ore al giorno per cinque giorni a settimana. Il medico di famiglia contatta lo specialista per avere un parere riguardo a un referto di esame strumentale oppure per valutare la necessità della visita in presenza, e qual è il percorso migliore da seguire. In questo modo si riducono gli esami non strettamente necessari e migliora l’appropriatezza dell’invio allo specialista".

Quanto incide il turismo sanitario sulle liste d’attesa? Persone che da fuori regione vengono a farsi visitare a Modena.

"Sicuramente incide: anche presso le altre aziende sanitarie, sia in regione che fuori, vi sono delle criticità e dunque le persone prenotano da noi, ma può accadere anche il contrario. La nostra Regione, insieme alla Lombardia, è tra le prime con saldo attivo: sono più le persone che ‘entrano’ che quelle che ‘escono’".

C’è chi lamenta: ’Sì, ho avuto la visita in tempi ragionevoli, ma mi è stata fissata a Pavullo e io sono di Mirandola. Per me è un disagio’.

"Nelle zone più periferiche il reperimento del personale è più difficile: ci stiamo lavorando prevedendo anche lo spostamento sul territorio degli specialisti e rimodulando le sedute sulla base di precise priorità, utilizzando anche il privato accreditato".