Lo storico mercato è ferito "Ma il virus non vincerà"

L’Albinelli fa il bilancio di un anno di pandemia: "I costi per garantire la sicurezza sono altissimi: 70mila euro. E i ristoranti sono disperati"

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di Vincenzo Malara

L’Albinelli, cuore pulsante della città, si ritrova ancora una volta a battere in zona rossa. Lo storico mercato è la ’cartina tornasole’ della vita cittadina. E da un anno a questa parte viaggia col motore a bassi giri, non rinunciando, però, a progettare il futuro. Il Consorzio che lo gestisce chiede (in particolare al Comune) di non essere abbandonato in una fase molto difficile per tutti gli operatori alle prese con l’inevitabile calo dei fatturati. Abbiamo fatto il punto della situazione con il presidente Andrea Prandini.

Prandini, siamo di nuovo in zona rossa. A un anno dall’inizio dell’emergenza, qual è il bilancio dell’Albinelli?

"Per prima cosa siamo contenti che in linea generale i modenesi siano rimasti affezionati e fedeli al mercato. Ci sono stati momenti molto duri, come la domenica sera di quasi un anno fa in cui fu deciso che al lunedì saremmo rimasti chiusi. Al mattino, col buio, eravamo già tutti al mercato ad organizzare nel dettaglio la spesa a domicilio. Mentre i supermercati e gli iper, dopo un breve lasso di tempo, hanno iniziato a mostrare problemi grossi sui tempi di consegna, noi abbiamo tenuto. Poi anche quella fase ‘di trincea’ si è risolta e in estate eravamo tornati a regime. L’autunno, però, ci ha fatto capire, seppur solo in parte, i problemi che sarebbero arrivati. Da subito, in accordo con il Comune e la municipale, ci siamo organizzati per implementare l’uso della mascherina, del gel disinfettante e degli accessi controllati, soprattutto il sabato. Abbiamo introdotto la presenza costante di ben 3 guardie. E qui arriva lo scoglio che stiamo affrontando: le ingenti spese. A fronte di un calo di fatturato per tutti gli operatori dovuto alle minori presenze, ci siamo trovati ad oggi con costi solo per il personale di sicurezza che viaggiano intorno ai 70 mila euro. Molti, troppi…".

All’interno dell’Albinelli sono attivi anche dei ristoranti. Qual è la situazione?

"Sono ridotti alla disperazione. In un anno sono rimasti fermi moltissimi giorni, per periodi più lunghi rispetto ai locali fuori dal mercato. Spesso le chiusure sono arrivate con pochissimo preavviso, quando gli acquisti di materie prime erano già stati fatti. Poi le regole sul distanziamento hanno finito di colpirli anche quando potevano stare aperti. Si deve ragionare su come si possono aiutare a rimanere attivi in futuro, prevedendo un contributo sull’affitto che devono versare".

Come procede l’attività di ammodernamento della struttura?

"Molto lentamente. E non per colpa nostra, in quanto siamo affittuari del Comune. Ci sono alcuni punti dolenti che torneremo a discutere con l’amministrazione in marzo. Dal restauro dei banchi del pesce, all’impianto elettrico, a dehors stabili su via Albinelli, l’intervento del Comune di Modena è determinante per riuscire ad essere all’altezza degli altri mercati italiani ed europei".

Alcuni banchi hanno chiuso per raggiunti limiti di età. Saranno rimpiazzati?

"In primavera, Covid permettendo, dovrebbe arrivare un nuovo ristorante: Il Salmastro. La loro proposta arricchirà l’offerta perché, come suggerisce il nome, cucinerà pesce. Inoltre, è prevista l’apertura di un punto vendita e assaggio di Monari Federzoni, storico produttore di aceto balsamico Igp. A luglio, poi, la Regione metterà a bando alcuni stand che si sono liberati per i pensionamenti. L’altra grande novità è il sistema, analogo a quello che è stato montato nel Duomo di Modena, per contare le entrate. Sarà interessante analizzare i dati partendo da un momento in cui non c’è turismo, a quando, si spera, ripartiranno i viaggi".