
Mi ha scritto il Papa. A scanso di prevedibili accuse di autocelebrazione (o di squilibrio mentale), preciso subito. Il Papa scrive personalmente a biro, su carta, esclusivamente a parenti stretti o a quelli che hanno in mano le sorti del pianeta Terra. La lettera che ho ricevuto (mettendomi in stato di agitazione) è dell’assessore Campisi, della Segreteria di Stato Vaticana. Sarà bene cominciare dall’inizio. Un paio di anni fa, il prof Franco Vaccari (grande intellettuale i cui saggi sull’arte sono pubblicati anche all’estero, protagonista di cinque Biennali di Venezia, fondatore del Concettualismo e della Narrative Art), mi propose: perché non facciamo qualcosa per promuovere la beatificazione di Lodovico Antonio Muratori? La Chiesa, nonostante il suo fondamentale contributo al rinnovamento dei codici non solo civili ma anche cattolici e soprattutto la sua opera esemplare di parroco di periferia (alla Pomposa di Modena), in duecento anni non ha fatto gran ché. Quanto alla sua città elettiva (la nostra), gli ha eretto un monumento (bruttino) e gli ha dedicato un prestigioso liceo: il ’Muratori’, appunto. Vignolese di nascita, ma modenese di adozione, Muratori (1672 – 1750) fu uno dei principali eruditi del Settecento europeo (continuamente in corrispondenza con Leibniz, Newton, Vico, Genovesi). Nella Biblioteca estense di Modena giace una raccolta di oltre una ventina di lettere. Sì, ma se i meriti del vignolese sono questi, perché non avete scritto a quelli del Nobel? Il pensiero che si sarebbe trovato in compagnia con Dario Fo (’inventore’ dell’italiano semi-barbaro) mi ha trattenuto. E poi i meriti maggiori Muratori li ha acquisiti come pastore di anime. La sua povera canonica alla Pomposa era sempre aperta a tutti i disoccupati, malati, prostitute in disarmo. Una parola buona (come lui conosceva) c’era per tutti. Benevolmente critico con i suoi superiori, rimproverava loro di usare troppe parole (prediche), mentre, come lui diceva e scriveva , ’i poveri non hanno bisogno di parole ma di pane, perciò di lavoro’. Non so come finirà. Per me, che sono esigente, Muratori è già santo; e, quando sono in difficoltà, io mi rivolgo a lui. Forse questa lentezza nel riconoscere i suoi meriti spirituali sono dovuti al fatto che le sue critiche potevano disturbare l’apparato ecclesiastico.
Ferruccio Veronesi