
Lino Liviabella è stato tra le figure più originali del Novecento musicale italiano: il critico Quirino Principe ha definito la...
Lino Liviabella è stato tra le figure più originali del Novecento musicale italiano: il critico Quirino Principe ha definito la sua musica "densa, complessa e meditata con austera passione", come un anello di congiunzione tra la tradizione post-romantica italiana e le tensioni moderniste del Novecento europeo.
Liviabella, marchigiano, discendeva da una famiglia di musicisti (il nonno paterno fu allievo di Rossini, mentre il padre fu organista e direttore della Cappella Musicale del Duomo di Macerata), si diplomò in composizione con Ottorino Respighi, di cui è considerato uno degli allievi migliori, e proseguì la sua carriera lasciando un catalogo di composizioni notevole per le quali vinse numerosi premi.
Proprio a lui sarà dedicato il concerto degli Amici della Musica, stasera alle 20.30 all’Hangar Rosso Tiepido di via Emilia Est: protagonisti saranno il violinista Hans Liviabella (nella foto), nipote del compositore, e il pianista Gianluca Angelillo.
Il programma dell’evento degli Amici della Musica include due Sonate per violino e pianoforte di Liviabella, precedute da due brani di Respighi e dalla Prima Sonata di Prokofiev, tra i capolavori della produzione cameristica del primo Novecento.
Hans Liviabella, nato a Torino, ha ovviamente la musica nel suo dna: il trisnonno fu allievo di Rossini, il bisnonno maestro di cappella, il nonno Livio compositore e il padre violista. Ha iniziato lo studio del violino a quattro anni, e ha proseguito gli studi diplomandosi al conservatorio Verdi di Milano, con Salvatore Accardo all‘Academia Stauffer di Cremona e alla Muikhochschule di Vienna con Dora Schwarzberg, È membro della Chamber Orchestra of Europe e collabora con loro dal 1992.
È stato invitato da Claudio Abbado nella Lucerne Festival Orchestra e nell’Orchestra Mozart di Bologna e ha collaborato come prima parte con la Filarmonica della Scala e la Mahler Chamber Orchestra. Suona uno Stradivari Dubray-Savile del 1683 e un Cappa del 1702.
s.m.