CronacaModena, Luca Fontana percorre 450 km trainato dai suoi husky: lacrime di gioia al traguardo

Modena, Luca Fontana percorre 450 km trainato dai suoi husky: lacrime di gioia al traguardo

Il musher di Frassinoro ha portato a termine la massacrante gara in terra norvegese che lo scorso anno era stato costretto ad abbandonare

Luca Fontana

Luca Fontana

Frassinoro (Modena), 8 febbraio 2023 – Scommessa vinta e perseveranza premiata. Luca Fontana, numero di pettorale 167, e i suoi husky, eroi a quattro zampe, hanno concluso la Femundløpet sulla distanza dei 450 km. Sono passati appena tre giorni dall’impresa sportiva in terra norvegese, “e tutto sembra ancora così irreale”, ci dice il musher di Piandelagotti.

“Finire una gara massacrante come la Femundlopet 450, dopo il ritiro dello scorso anno, per noi, piccolo team che viene da Piandelagotti, è una soddisfazione incommensurabile”.

La Femundlopet è una delle corse di sleddog più famose al mondo. Quest’anno alla linea di partenza gli equipaggi erano 188. Ma non tutti sono arrivati in fondo.

“Nella testa ho mille pensieri, continuano a scorrermi davanti agli occhi le situazioni che sono capitate durante la gara”, racconta come un fiume in piena Fontana. “Da una parte le paure dello scorso anno che tornavano a galla, dall’altra le preoccupazioni per il benessere dei miei cani. È stato un turbinio di emozioni contrastanti che ora è difficile spiegare con precisione”.

Le lacrime di liberazione all’arrivo, alle 18.30 di domenica, quelle fanno già parte di un’istantanea presa e messa nel profondo del cuore. “È stato un pianto dirotto mentre a voce alta ringraziavo uno per uno i miei cani, i miei migliori amici, urlando il loro nome, partendo dal più caro, quello che riesce sempre a portarmi fuori dai guai e con il quale ho una simbiosi speciale, Oslo, il mio capo muta”.

Il tributo per questa grande impresa arriva anche agli membri del team. “Non posso dimenticare nessuno di loro. Onore alla piccolina tutta bianca con tanta grinta da compensare la sua taglia, Little, a Loki il pazzo, a Ronin, che passa sempre abbastanza inosservato durante tutto l'anno, ma che in questa occasione ha lavorato e aiutato il team in maniera egregia, a Tjikko, il giovane alla sua prima esperienza assoluta, a Viking, la vera rivelazione della nostra avventura e, per ultimo, a Whity, l'altro cane di cui non potrei fare mai a meno e che lo scorso anno si fece male poco prima di arrivare a Søvollen”.

“La prima persona che mi è venuta incontro è stata mia figlia Lia - conclude il musher di Piandelagotti – Era davanti a tutti ad aspettare il suo papà, poi subito dopo ho abbracciato mia moglie, che a stento tratteneva le lacrime, per quanti sacrifici abbiamo fatto in questi anni, poi gli amici, il mio fantastico handler Davide, fino ad arrivare ad Anselmo, con lui non ho bisogno di tante parole. È un musher coi controfiocchi, devo a lui l’innamoramento per questa incredibile disciplina”.