MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Magoni e un debutto che incanta: "Le icone della musica francese"

Stasera al teatro Pavarotti Freni l’artista porta per la prima volta il nuovo progetto ’En-chanter’ "Sarà una sorta di viaggio nel tempo e negli spazi di Parigi, in una visione fantasiosa e romanzata".

Petra Magoni in uno scatto di Angelo Trani

Petra Magoni in uno scatto di Angelo Trani

È capace di spaziare fra musica leggera, classica, jazz, rock e sperimentale con una vocalità unica sul panorama nazionale: Petra Magoni è una delle più affermate cantanti italiane. Stasera alle 20.30, al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, Magoni presenterà in prima assoluta un programma musicale dal titolo ’En-chanter’. Il progetto, nato su commissione de l’Altro Suono Festival, la vedrà protagonista di un concerto incentrato sui grandi cantautori francesi del secondo dopoguerra, insieme a due musicisti fra i più apprezzati della scena musicale francese: il mandolinista Vincent Beer-Demander e il pianista Claude Salmiéri. Un trio che brilla per estro e intensa sensibilità interpretativa. Una formazione capace di raccontarsi e descriversi in note con autenticità e potente energia, per causare forti vibrazioni interiori nell’ascoltatore. Un concerto ad hoc per gli amanti della Chanson, ma non solo. Uno spettacolo nel segno dell’eleganza, del feeling e dell’empatia con il pubblico.

Petra Magoni, come è nato questo spettacolo?

"‘En-Chanter’ è un progetto nuovissimo che nasce dal fortunato e felice incontro tra me, Vincent Beer-Demander e Claude Salmiéri. Ognuno con la propria forte personalità artistica, ma capaci di viaggiare sulle stesse frequenze emozionali. Siamo un trio italo-francese, guidato da una spiccata identità comunicativa, e (ri)leggiamo in modo personale brani autografati da alcune icone sacre della musica francese, e non solo".

Chi porterete sul palcoscenico?

"Serge Gainsbourg, Jacques Brel, Boris Vian, Marguerite Monnot, Ángel Cabral, Astor Piazzolla, Léo Ferré, Claude Nougaro, oltre a proporre alcune composizioni originali figlie della creatività di Vincent Beer-Demander. Il trait d’union di queste canzoni francesi, o italiane in francesi o viceversa, diverse per stile, è Parigi, il ricordo di Parigi. Una sorta di viaggio nel tempo e negli spazi della capitale francese".

Ha dei legami personali con Parigi?

"Sì, ho anche vissuto a Parigi, e mio padre che è un pittore, ha dipinto pure a Montmartre negli anni Sessanta. Diciamo che le varie canzoni sono legate da una narrazione che è fondamentalmente fantasiosa e romanzata, ma sulla base di elementi di realtà. A Parigi era possibile incontrare per le strade vari artisti, giovani al tempo e poi diventati i ‘giganti’ del presente. Dunque, canzoni magari apparentemente lontane, ma legate dal ‘filo’ di Parigi, tra personaggi e incontri inventati".

Perché proprio questa città? "L’Italia ha tanti centri importanti, Milano, Roma, Firenze, Palermo. La Francia invece ha fondamentalmente Parigi che è una sorta di ‘calamita’ per tanti artisti. Un ‘souvenir de Paris’ in onore di questa città che ci ha dato e dà tanto".

Proporrete canzoni classiche?

"Inevitabilmente La Vie en rose, ma anche la canzone del ‘Tempo delle mele’…".

Come avete scelto il titolo dello spettacolo?

"‘En-chanter’: piò avere più significati. ‘Enchanter’, ossia incantato, quando si incontra una persona. Ma quel trattino, ‘En-chanter’, per assonanza può indicare anche ‘in cantiere’, ossia un lavoro in divenire. Questa è la prima dello spettacolo e sarà tutto un divenire…".