
’Non è un Paese per mamme’ è l’approfondimento di Anmil sull’Emilia "Le lavoratrici devono conciliare l’attività di cura con il proprio mestiere".
In Emilia Romagna su tre infortunati una è donna, così come sempre uno su tre è il rapporto per le denunce per malattie professionali. Nello specifico, su oltre 18mila incidenti sul lavoro nel periodo gennaio-marzo, quasi 7mila riguardano le donne. E su più di 2mila denunce di malattie professionali oltre 700 sono donne, con un aumento del 10 per cento rispetto all’anno prima.
È quanto emerge da un’elaborazione su dati Inail dell’Anmil, l’associazione nazionale fra Lavoratori mutilati e Invalidi del lavoro che ha realizzato un’indagine per celebrare la Festa della Mamma di oggi dal titolo ‘Non è un Paese per mamme. Le difficoltà della donna in Italia a diventare madre’.
"Sono situazioni complesse quelle in cui si vengono a trovare oggi le mamme lavoratrici, che si aggravano quando queste si trovano a doversi fare carico anche di anziani non autosufficienti e di persone affette da gravi disabilità e che, come equilibriste, con estrema difficoltà si ritrovano a dovere bilanciare il proprio ruolo professionale con le responsabilità familiari", spiega il presidente Anmildi Modena, Marina Beneventi Merini, mamma di tre figli. "Più aiuti anche a livello istituzionale, equità salariale, meno stereotipi e maggiori reti di sostegno, sono queste le istanze dell’ANMIL a supporto del superamento delle discriminazioni di genere e del vivere serenamente la realtà di lavoratrici, di madri e di donne più in generale".
Merini pone l’accento anche sugli incidenti sul lavoro: "Ogni giorno c’è una mamma che piange la scomparsa di un figlio rimasto vittima di un incidente lavorativo: in media muore quotidianamente 1 lavoratore di età inferiore ai 45 anni (che si presume abbia la madre ancora in vita, data anche la grande longevità delle donne). Tutelare la serenità della vita affettiva familiare, sociale e lavorativa delle donne e soccorrerle prontamente laddove questa è stata spezzata da un evento infausto consumato sul lavoro, è tra i contributi che l’Anmil vuole dare alla società per custodire il più impegnativo, silenzioso e bel lavoro al mondo, quello della mamma".
Le difficoltà che la donna incontra nel conciliare i tempi di lavoro con quelli di cura della casa e della famiglia sono la causa principale dell’abbandono del posto di lavoro per oltre due lavoratrici su tre. "Solo per il 17% la causa dell’abbandono è l’insoddisfazione per il tipo di lavoro svolto, cioè per sua libera scelta. Il risultato più evidente è che, nonostante i notevoli progressi registrati nel mondo del lavoro dalla donna negli ultimi decenni, il tasso di occupazione femminile italiano (relativo a donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni) rilevato da Eurostat si posiziona quasi 15 punti al di sotto di quello medio dell’UE.
Congedi parentali efficaci, servizi di assistenza all’infanzia diffusi sull’intero territorio nazionale e di facile accessibilità, conciliazione adeguata dei tempi di vita e lavorativa rivolta ad entrambi i genitori: "Sono tutti elementi che devono certamente essere incentivati a garanzia di un mondo del lavoro sempre più a misura d’uomo".