Mapei, una casa per 10mila persone

GIORGIO Squinzi lascia un impero fondato nel 1937 a Milano dal padre Rodolfo. La sua azienda, la Mapei, è tra i maggiori produttori mondiali di prodotti chimici per l’edilizia.

Mapei oggi conta 89 consociate, inclusa la capogruppo, e 83 stabilimenti produttivi in 36 paesi nei cinque continenti con un fatturato consolidato 2018 di 2,5 miliardi di euro e oltre 10mila dipendenti nel mondo. Quest’anno Mapei, che a Sassuolo ha una sede in via Valle d’Aosta, in occasione del Cersaie appena concluso ha pubblicato il terzo Bilancio di sostenibilità, per condividere con i propri stakeholder i traguardi raggiunti nel 2018 dalla capogruppo e dalle consociate italiane del gruppo (Adesital, CerCol, Mosaico+, Polyglass, Vaga, Vinavil). Nel 2018 Mapei Italia ha generato 820,9 milioni di euro di valore economico distribuito agli stakeholder; ha investito 35,7 milioni di euro in ricerca e sviluppo, introdotto sul mercato 108 nuovi prodotti, speso circa 32 milioni di euro in contributi per iniziative sportive, culturali e sociali. Il 94% delle assunzioni sono a tempo indeterminato: un segnale importante dell’attenzione di Mapei verso i dipendenti. Attenzione che si allarga ad altre misure come l’erogazione di 42.200 ore di formazione totali, l’accordo sindacale sulle ferie solidali e la banca ore etica. Numeri di primo piano, che fanno di Squinzi uno degli ultimi capitani d’industria italiani e della sua azienda un vero punto di riferimento nel settore.

Molto forte anche l’orientamento sui temi della salvaguardia ambientale sui quali Squinzi proprio di recente si era espresso con convinzione: «Con la consapevolezza di poter dare un contributo significativo, come gruppo ci sentiamo in dovere di posizionarci in prima linea nella sfida per il raggiungimento di un’edilizia più sostenibile – aveva detto –. Questo implica dedicare risorse crescenti alla realizzazione di prodotti innovativi in grado di contribuire ad aumentare la sostenibilità degli edifici in cui vengono utilizzati, minimizzandone gli impatti sull’ambiente circostante e sulla salute delle persone che in essi vivono».

Gianpaolo Annese