Marco Buzzi morto, gli amici. "Incidente assurdo, chi ha visto si faccia avanti"

Gli amici del motociclista non credono alla caduta: "La famiglia merita di sapere la verità"

La vittima Marco Buzzi, 53 anni

La vittima Marco Buzzi, 53 anni

Carpi (Modena), 20 agosto 2019 - "Siamo andati sul luogo dell’incidente, abbiamo cercato di ricostruire la dinamica: non è possibile che Marco sia caduto così da solo procurandosi tutte quelle ferite mortali».

Sono determinati gli amici di Marco Buzzi, il 53enne carpigiano, morto domenica nel tardo pomeriggio all’ospedale Santa Maria Nuova dopo essere rimasto vittima di una tragica caduta venerdì notte a Reggio Emilia mentre era in sella alla sua moto.

Al dolore e allo sgomento per la perdita dell’amico, si aggiunge l’incredulità per come sono andate le cose e la volontà di conoscere la verità su quella notte fatale. Ieri mattina la Procura di Reggio Emilia ha disposto che venga effettuata l’autopsia sul corpo del motociclista, molto conosciuto a Carpi in quanto titolare, insieme al fratello Giorgio, della storica trattoria ‘Il Cantone’ a Gargallo.

«Vogliamo lanciare un appello, a tutti i testimoni che quella sera possono aver visto qualcosa. Perché, ne siamo certi, non è possibile che Marco sia caduto da solo». «Era un fratello per me – afferma Dimes Sala, il suo migliore amico –. Siamo stati amici inseparabili fin da quando avevamo 6 anni. Sto soffrendo moltissimo ma voglio la verità: non è Marco quello che ha fatto quel danno mortale per se stesso».

L’uomo stava rientrando da Albinea dove aveva assistito ad un concerto della compagna Alessandra. Era circa l’una e mezza: secondo le ricostruzioni della polizia municipale, intervenuta sul posto insieme agli operatori del 118, Buzzi stava percorrendo via Terrachini, quando per cause ancora da accertare ha perso il controllo del mezzo, cadendo rovinosamente a terra.

«Non è possibile che sia caduto da solo, era espertissimo e molto prudente. La moto ce l’aveva da sempre e guidava otto mesi l’anno. I casi sono due: o ha avuto un malore, oppure ha dovuto evitare qualcosa. O peggio ancora, è stato ‘spinto’ da dietro, e sbalzato in avanti. E in questo caso, chi lo ha colpito non si è fermato ed è andato via». «I sanitari hanno detto che era vigile quando lo hanno soccorso – proseguono gli amici –. Come è possibile che su un rettilineo sia caduto in quel modo, riportando ferite mortali a tutti gli organi interni? La sua moto, una grossa Harley-Davidson, è disintegrata. Per questo cerchiamo qualcuno che abbia visto qualcosa: questo non ci ridarà il nostro amico, ma la famiglia merita di sapere la verità e Marco merita onore». In giugno il carpigiano aveva partecipato al ‘Super Rally Harley-Davidson’, in Finlandia: «La moto era la sua passione ed era esperto. Per questo non può essere caduto da solo».