Mascherine Ffp2 e Ffp3, i consigli di chi le verifica: "Documentatevi bene" VIDEO

Giulio Marchetti, amministratore unico di Safe di Mirandola, l’azienda che verifica la conformità dei Dpi alle normative Ce "In poco meno di un’ora possiamo conoscere la qualità della mascherina che stiamo testando. In commercio c’è di tutto"

Il laboratorio della Safe dove si verificano le mascherine

Il laboratorio della Safe dove si verificano le mascherine

Modena, 27 marzo 2021 - Le mascherine Ffp1 Ffp2 Ffp3 (tra le più utilizzate in questo periodo di alto contagio) vengono sistemate sul ‘porta campione’, inserite nel sofisticato e costoso macchinario made in Germany dove vengono sottoposte ai test di efficienza di filtrazione e respirabilità (video) su una nebulizzazione di cloruro di sodio e olio.

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Siamo nei laboratori di analisi chimico-biologica e consulenza Safe srl, dove si effettuano test altamente complessi, necessari per capire se la ‘semi-maschera facciale filtrante’ è conforme alla normativa. E’ nel cuore del Distretto biomedicale, che da inizio pandemia ad oggi, è stata testata la conformità di un elevatissimo numero di mascherine provenienti da tutta Italia. Dal Tecnopolo al laboratorio Safe: insieme hanno accompagnato alla certificazione centinaia di aziende italiane ed estere, e il lavoro non dà tregua.

"I test da noi effettuati – spiega Giulio Marchetti, laurea in chimica, amministratore unico di Safe – è sicuramente tra i più avanzati a disposizione sul mercato e dà l’assoluta garanzia in termini di sicurezza e protezione del dispositivo monouso, e anche dei camici utilizzati dagli operatori sanitari: analizziamo e testiamo anche quelli. In poco meno di un’ora possiamo conoscere l’efficienza di filtrazione di una Ffp1, Ffp2, Ffp3, e di qualsiasi altro dispositivo. I test valutano tre fondamentali parametri: efficienza di filtrazione su un aerosol di NaCl; di olio, e respirabilità".

Da inizio pandemia ad oggi l’organico aziendale è passato da 5 a 11 addetti per far fronte alle migliaia di richieste. Safe è a disposizione del Paese. Le ‘mascherine’ devono avere le caratteristiche di filtrazione corrispondenti al tipo indicato in etichetta. Il consumatore deve sapersi difendere dai prodotti di scarsa qualità in circolazione e dalle mascherine ‘farlocche’, che lasciano filtrare di tutto, virus compreso.

"Occorre documentarsi prima dell’acquisto – dichiara Marchetti – controllare la presenza del marchio CE, l’indicazione del tipo di dispositivo, i codici identificativi, il numero dell’organismo notificato, inserito nel Datebase Nando. Se il potere filtrante è inferiore al tipo di dispositivo indicato in etichetta, chi l’utilizza si espone a rischi maggiori in termini di esposizione al Covid", spiega il fondatore di Safe, che dal ’98 lavora prevalentemente per le aziende biomedicali in diversi ambiti: ambiente e sicurezza, analisi merceologiche, acque, rifiuti, rumore, e ‘filtrazione’ in generale.

Safe ha interlocutori anche da oltre un milione di mascherine al giorno, e tante sono le aziende che hanno iniziato il percorso con prodotti non conformi, raggiungendo poi la conformità sulla base delle indicazioni di Safe. "Le abbiamo accompagnate, dando loro le giuste coordinate. Altre – prosegue Marchetti – hanno rinunciato alla produzione per l’alto costo degli investimenti necessari in termini di ambienti produttivi, rintracciabilità, controlli qualità, necessari alla certificazione CE. Da ottobre 2020, ci siamo attrezzati anche per la valutazione preliminare dell’efficienza di filtrazione e respirabilità dei Dpi, che consentono al produttore di mettere a punto il prodotto per poi passare alle altre valutazioni che portano alla marcatura CE".

E’ in corso di perfezionamento una sorta di esame antropometrico sulle mascherine, che consentirà di stabilire quella più idonea alla propria forma di viso. Non certo finalizzata alla bellezza, ma alla sicurezza antiCovid.