Matrimoni vietati, 17 coppie rinviano il loro sì

Spesso per le cerimonie già organizzate (e pagate) è difficile ottenere i rimborsi. Il Codacons: "Non si possono chiedere i danni"

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Il presentimento è che tante coppie salteranno al termine delle convivenze forzate: sono quotidiani gli interventi di poliziotti e carabinieri volti proprio a sedare liti tra coniugi e conviventi che spesso sottolineano la volontà di interrompere il rapporto. Piccole guerre dei Roses, insomma. Ma c’è pure l’altro lato della medaglia: ovvero i tanti innamorati che non vedevano l’ora di mettere piede sull’altare e che, per il momento, si sono visti costretti a rinviare le nozze a data da destinarsi data l’emergenza in atto. Solo nel periodo compreso tra il 13 marzo e il 13 aprile sono ‘saltati’ 16 matrimoni – di cui uno solo con rito religioso - e una unione civile in base ai dati dell’anagrafe.

Gli ultimi due sì sono stati celebrati il 14 marzo a porte chiuse. Una festicciola tra intimi, insomma, con un veloce scambio di anelli e un brindisi sempre a porte chiuse, probabilmente che però ha permesso agli innamorati di fare almeno il passo tanto atteso. Situazione in bilico anche per le diverse coppie, probabilmente in numero maggiore che hanno scelto i mesi di maggio e giugno per il fatidico: anche queste unioni, al momento, sono nel limbo.

Oggi, infatti, nessuno può sapere se sarà o meno possibile tra un mese o due tornare ad una semi normalità ma pare piuttosto improbabile. Sarebbe assai difficile, infatti, evitare assembramenti nel corso di un matrimonio ma, soprattutto, mantenere le distanze. Il rito si trasformerebbe in una sofferenza pure per i novelli sposi. Quel che è certo è che, come tutti sanno, ci vogliono mesi – qualcuno impiega pure anni – per organizzare le nozze al meglio: dalla scelta degli abiti, alla location al catering per non parlare della lista invitati o dei diversi tavoli da approntare. Una notizia, quella del rinvio che sicuramente avrà gettato nel panico le 17 coppie coinvolte così come quelle che avevano fissato la data del fatidico sì nelle prossime due settimane. E i viaggi di nozze organizzati nel minimo dettaglio? Come spiega Fabio Galli, vice presidente regionale Codacons: "Si parla solo di rimborso in quanto tale di ciò che si è speso ma non di risarcimento, ricordiamolo. Non si possono certo chiedere i danni. La causa di forza maggiore esiste sia per gli sposi che per i tour operator. Entrambi subiscono ovviamente un danno. Ma non fidatevi della mail: chiedete sempre una raccomandata con ricevuta di ritorno oppure una pec".

Guardando ai dati di marzo, a partire dal 2014 e relativi appunto ai matrimoni c’è anche qualche ‘sfumatura’ che salta all’occhio: il crollo, ad esempio, dei riti religiosi ma anche il numero altalenante delle unioni. Nel marzo 2014 sono stati celebrati in città 26 matrimoni, di cui 4 religiosi. Stesso numero nel 2015 con tre riti religiosi mentre nel 2016 sono passati a 22: quindici quelli civili. A convolare a nozze, nel 2017 sono state poi 17 coppie: tutte hanno scelto il rito civile. Il trend ha ripreso a salire nel 2018, con 20 novelli sposi – solo una coppia ha detto ‘si’ in chiesa - per arrivare a 37 lo scorso anno, con 35 riti civili. Quest’anno, prima dello stop causato dall’emergenza, invece, si sono fermate a dieci.

Valentina Reggiani