Nuotatore morto, Mattia Dall’Aglio soffriva di una patologia congenita

Il responso dell’accertamento tecnico irripetibile disposto dalla procura

Mattia  Dall’Aglio

Mattia Dall’Aglio

Modena, 18 maggio 2018 - Il nuotatore di Reggio Emilia Mattia Dall’Aglio, di 24 anni, morto ad inizio dell’agosto scorso mentre si allenava in una sala adibita a palestra nei pressi del comando dei vigili del fuoco di via Formigina, soffriva di aritmie derivate da una patologia cardiaca congenita, che ne avrebbe causato il decesso.

A stabilirlo è stato l’accertamento tecnico irripetibile disposto dalla procura dopo la morte del nuotatore professionista e depositata ora. Il documento, a quanto trapela, non scioglierebbe però i quesiti sollevati dai legali dei parenti di Dall’Aglio: esami più specifici avrebbero potuto salvarlo? Nel lasso di tempo trascorso da quanto Dall’Aglio ha avuto il malore a quando il corpo è stato rinvenuto, qualcuno, intervenendo, avrebbe potuto evitare il decesso? Per questo gli avvocati dei parenti presenteranno una memoria in procura nella quale si chiederà di approfondire gli accertamenti per risolvere quei quesiti che ritengono, appunto, ancora aperti.

Per la morte del nuotatore sono due gli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo: il presidente dell’associazione ‘Amici del nuoto’ di Modena, che ha in gestione da tempo la piscina dei vigili del fuoco, ed un tecnico della struttura stessa.