Medici di base in pensione «Cento posti scoperti»

Tra il 2020 e il 2025 si congederanno 208 professionisti. Il dottor Curatola: «Nella migliore delle ipotesi la metà non sarà rimpiazzata dalle nuove leve»

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Per chi lo fa è «il lavoro più bello del mondo», ma l’affermazione non trova riscontro nei dati. In provincia di Modena tra il 2020 e il 2025 andranno in pensione 208 medici di base e, nella migliore delle ipotesi, solo un centinaio verranno ’rimpiazzati’ dalle nuove leve. Lo dice uno studio Fimmg, il sindacato più rappresentativo dei medici: «Nei prossimi anni assisteremo a un grosso gap che difficilmente verrà colmato», spiega il dottor Carlo Curatola, segretario dell’Ordine del medici di Modena. «Se tra il 2015 e il 2020 i pensionamenti sono 30 (dato Enpam, l’ente previdenziale dei medici) nella più ottimistica delle ipotesi, cioè che i medici vadano in pensione raggiunto il limite massimo di 70 anni, nel quinquennio successivo il numero aumenta di sette volte – spiega Curatola – Mentre saranno al massimo la metà le nuove risorse che potranno intraprendere questo mestiere». Lo dicono le graduatorie. «In pratica, se consideriamo che in provincia i medici di famiglia sono circa 500, tra cinque o sei anni la pianta organica sarà ’tagliata’ e dovrà essere per metà rinnovata. Malgrado sindacato e Ordine abbiamo più volte, da almeno un decennio, posto il problema, è mancata la programmazione da parte di Ministero e Regione. Il raddoppio delle borse di studio, ad esempio, è un provvedimento appropriato anche se tardivo e speriamo che possa essere conservato nei prossimi anni. Tra gli antidoti, c’è un combinato disposto a livello legislativo che permette ai corsisti dell’ultimo anno - cioè coloro che frequentano il corso di formazione triennale indetto dal sistema sanitario regionale - di accedere in anticipo alla convenzione per medico di medicina generale». Si anticipa l’ingresso nel mondo del lavoro di chi si sta specializzando: «I corsisti – sottolinea Curatola – poiché impegnati nel corso di formazione hanno delle limitazioni e possono avere al massimo 500 pazienti». Ad oggi ogni medico di base ha una ’platea’ di 1500 pazienti, che possono arrivare a 1800 in seguito a una recente deroga della Regione: «Un’altra manovra per affrontare il gap – sostiene Curatola – Ai 1500 pazienti in carico a ogni medico, possono aggiungersi fino a 75 nuovi pazienti (5%) con ricongiungimenti familiari più 225 temporanei». La carenza di medici di famiglia colpirà inoltre i piccoli centri: «Visto che si guadagna anche in base al numero di pazienti – osserva Curatola – bisognerà trovare il modo per rendere appetibili le zone oggi meno ambite, a scarsa densità di popolazione. Dobbiamo favorire l’insediamento con manovre e incentivi che favoriscano la creazione di aggregazioni volontarie in microteam, ovvero unioni di medici che condividono ambulatorio, segreteria e infermiere».

Valentina Beltrame