"Medici e infermieri, ci battiamo per voi"

Il presidente Bonaccini: "Sui dispositivi di protezione il nostro impegno giorno e notte. Ora finalmente le forniture iniziano a bastare"

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Presidente Bonaccini, a che punto siamo di questa lunga battaglia?

"Al punto in cui bisogna completare il lavoro per arrestare il contagio. Per farlo, non possiamo ancora cambiare i nostri comportamenti, che debbono rimanere di massimo rigore. Dobbiamo continuare a stare in casa e rispettare le misure restrittive. La diffusione dell’epidemia si va arrestando ma la discesa non è ancora iniziata. E anche quando saremo al quel punto dovremo trovare un modo per riprendere una parte delle attività ma evitando la ripresa del contagio".

Da modenese, è orgoglioso di come si sono comportati i suoi concittadini?

"Lo sono dei modenesi, così come degli emiliano-romagnoli. Tra i più è prevalsa la responsabilità nei comportamenti individuali e collettivi e molti sono impegnati anche nel sostenere gli altri: non solo il nostro straordinario personale sanitario, ma anche i medici di famiglia e i pediatri, i farmacisti, il personale assistenziale, la protezione civile e il volontariato, chi è impegnato nelle attività essenziali pubbliche e private, le forze dell’ordine. E tantissimi stanno anche facendo donazioni per sostere la lotta al coronavirus".

Modena è la provincia dei distretti: la ceramica si è fermata, il tessile è in allarme. Quali strumenti per ripartire?

"Abbiamo una strada obbligata nell’immediato: fermare e abbassare il contagio da un lato, dare risposte concrete e praticabili che garantiscano comunque condizioni di sicurezza dall’altro. L’esempio è in una decisione di poche ore fa: nell’ordinanza che ho firmato ieri sera (venerdì, ndr) col ministro Speranza confermiamo per l’Emilia-Romagna misure ancor più restrittive che per il resto del Paese; contemporaneamente, però, abbiamo autorizzato le imprese che hanno sospeso l’attività a spedire in Italia e all’estero le scorte di magazzino, impiegando il personale in lavoro agile (tele-lavoro, smart working) e, per quello che deve essere invece presente, imponendo modalità organizzative e misure di sicurezza tali da garantire la salute. È un modo per fare un passo avanti, anche per il distretto ceramico con cui ci siamo a lungo confrontati".

Si parla, per le attività economiche, di una ripartenza graduale: cosa significa?

"Proprio ieri (venerdì, ndr), in un incontro in videoconferenza con il premier Conte, ho proposto a nome delle Regioni di istituire una cabina di regia nazionale che inizi a definire già da ora criteri e modalità di riapertura delle attività economiche. Non i tempi, che saranno indicati dagli esperti medico-scientifici, ma le modalità operative, i protocolli organizzativi e sanitari da osservare. Dovremo farci trovare pronti per alzare i giri del motore economico sia dell’Emilia-Romagna sia del Paese nella massima sicurezza. Il premier ha accolto questa proposta, ne ho riparlato oggi (ieri, ndr) a Bologna col ministro Boccia e la prossima settimana approfondirò il tema col ministro della Salute e con le nostre rappresentanze sociali".

Modena ha dato un importante contributo sia a livello di ricerca che sul piano del ‘saper fare’, mi riferisco al biomedicale. Che ne pensa?

"L’Intersurgical di Mirandola, a proposito del nostro distretto del biomedicale, in pochi giorni, quasi poche ore, ha fatto diventare realtà l’intuizione del professor Marco Ranieri e dei ricercatori del Sant’Orsola di Bologna, realizzando il circuito che permette di utilizzare un solo ventilatore polmonare con due pazienti contemporaneamente. La Banca d’Italia ha stanziato 5 milioni di euro per sostenere due progetti della sanità dell’Emilia-Romagna: uno è proprio la ricerca sulle popolazioni a maggior rischio di contagio da Coronavirus, per mettere a punto terapie mirate, che verrà effettuata a Modena e coordinata dalla professoressa Erica Villa e dal dottor Tommaso Trenti. Questa terra non finisce mai di stupire".

Il contagio si è diffuso in particolare, e spesso purtroppo in modo letale, nelle case per anziani. E’ un modello che va ripensato?

"Siamo in contatto costante con i Comuni, i sindacati, i gestori, per gestire una situazione difficile. Sono luoghi nei quali vengono assistiti i nostri genitori o i nostri nonni. Gli standard devono essere ancora più alti, nell’emergenza ma prima ancora in periodi di normalità. In Emilia-Romagna stanziamo per la non autosufficienza tanto quanto viene stanziato a livello nazionale per l’intero Paese, ma è chiaro che servirà aggiornare questi standard qualitativi, così come i controlli. Adesso ci occupiamo dell’emergenza ma poi lo faremo senza indugi e, dove necessario, anche senza sconti".

Tanti medici e infermieri hanno detto di essersi sentiti poco protetti. Cosa si sente di dire loro?

"Che li capisco perfettamente e che giorno e notte ci siamo battuti per dare loro gli strumenti per lavorare. Fin dal primo giorno ho chiesto al Governo di accelerare nella fornitura dei dispositivi di protezione individuale. Per primo ho proposto di requisire quelli prodotti in Italia e diretti all’estero, come è poi stato recepito in legge e si è iniziato a fare. Non c’è giorno in cui non abbia discusso con la Protezione civile nazionale e il commissario Arcuri, che ho visto personalmente anche oggi (ieri, ndr). E come Regione abbiamo attivato un percorso per facilitare la produzione sul nostro territorio e per sbloccare le importazioni dei nostri ordini. Abbiamo accelerato e recuperato, arrivando a una fornitura quotidiana che inizia a essere quella che serve, circa mezzo milione di dispositivi al giorno per la nostra regione. Ma con Arcuri abbiamo condiviso di aumentare ulteriormente e costantemente la dotazione, per arrivare a numeri molto superiori in pochi giorni".

Ultima domanda: la prima cosa che farà quando finalmente l’emergenza sarà finita.

"Certamente un abbraccio ai miei genitori anziani, senza dover aver paura, una pizza fuori con la mia famiglia, a tifare il Modena Volley al Palapanini con le mie due figlie. Ma prima di tutto un ringraziamento a tutti i nostri medici, infermieri, tecnici".