Medolla, accoltella la moglie. "Una coppia affiatata ma lui era cupo" / FOTO e VIDEO

La vicina di casa: "Ho pulito il sangue, poi ho preso in custodia il cagnolino di Nadia"

I carabinieri all'ingresso della casa

I carabinieri all'ingresso della casa

Modena, 14 aprile 2018 - Mai un litigio, mai una parola di troppo, una coppia affiatata, con un ritmo di vita scandito da orari normali. I vicini di casa di Pier Luigi Garutti e Nadia Sgarbi sono increduli, attoniti, anche se nessuno nega le difficoltà comunicative di Pier Luigi, da tempo in cura al servizio di igiene mentale dell’ospedale di Mirandola. «Un taciturno lo è sempre stato, ma negli ultimi tempi la sua introversione era peggiorata e il suo carattere messo a dura prova da una spaventosa depressione» – raccontano i vicini. Lui chiuso e introverso, cupo e silenzioso. Lo vedevano portare in giro il cagnolino, «ma al di là di un cenno di saluto – racconta la gente del quartiere immerso nel verde, composto di villette a schiera e palazzine alla prima periferia di Medolla – non si poteva aggiungere altro. Lei, invece, solare, gentile, sempre pronta a scambiare due parole, e a conversare volentieri con la gente. Con il suo amato cagnolino andava spesso a trovare l’anziana madre, che abita a un isolato da qua, povera Nadia, speriamo che possa davvero farcela» – commentavano ieri in tanti. Due universi separati, ma legati dall’amore.

«Una coppia unita, quello che ha fatto Pier Luigi non è siglato dall’odio, ma dall’amore» – prova a giustificare affranta la signora Raffaella Bellese, vicina di pianerottolo, che dopo i rilievi dei carabinieri ha provveduto a pulire e ripulire il pavimento dell’androne macchiato di vistose chiazze di sangue. «Sono stata svegliata dal cagnolino della coppia che abbaiava come un ossesso, più che dal suono delle sirene delle ambulanze del 118. Quando la via è ripiombata nel silenzio ho preso in custodia il cagnolino, agitatissimo e frastornato» – racconta ancora la signora Raffaella. Il quartiere di via Brescia, dove al civico 2 si è consumato il dramma, ieri mattina è scivolato in un incubo. «Sentivo le sirene delle ambulanze, ma pensavo di sognare, poi mi sono svegliato di soprassalto e ho capito che era tutto reale» – raccontano a più riprese i residenti del condominio a ridosso della casa posta ieri pomeriggio sotto sequestro dai carabinieri del comando di Carpi e Medolla.

«Certe brutte cose si sentono solo sui telegiornali, poi all’improvviso – commentano – comprendi che non solo poi così lontano da te. Povera famiglia, poveri figli, entrambi laureati, bravissimi, il vanto dei loro genitori». Ma i titolari dei salumifici di San Felice, dove in via Dell’ Agricoltura Garutti aveva la sua storica azienda dedita al ritiro scarti di macellazione, parlano per certi aspetti di ‘tragedia annunciata’. «Per noi resta un amico, perché Pier Luigi è sempre stato una brava persona fino a quando la sua mente non è andata in tilt. Da cinque mesi la depressione l’aveva trasformato, non era più lui. Veniva da noi una volta al giorno, ma a differenza dello scorso anno, quando sono cominciate le prime serie avvisaglie del ‘male oscuro’, non riuscivamo nemmeno più a farlo sorridere. Da ottobre era iniziato un declino irreversibile, e nemmeno le cure servivano a restituirgli un minimo di serenità». Era seriamente malato di mente – dichiarano gli imprenditori del settore – e benché il tentato omicidio della moglie possa essere contemplato, giuridicamente parlando, come femminicidio, di fatto è un dramma nato da una mente atrocemente malata».