Memoria festival, conclusa l’anteprima digitale: "Così la tecnologia influisce sui ricordi"

È digitale il Memoria festival 2020 che quest’anno si è proposto, ieri l’ultimo giorno, al suo pubblico in una veste inedita, in attesa della versione autunnale, in programma a Mirandola il prossimo ottobre. La presenza di illustri relatori ha mantenuto vivo lo spirito che anima le persone ad avvicinarsi alla cultura. "La memoria e il ricordo sono ambiti che da sempre affascinano l’uomo, per la sua stretta relazione con una parte di sé, ancora sconosciuta e che alimenta ogni giorno il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo", afferma il professor Alberto Oliverio, neuroscienziato di fama internazionale, ospite della manifestazione. "Le neuroscienze si interessano dei modi in cui cervello funziona e di come vengono consolidate le emozioni. I ricordi vengono depositati nelle trame e vengono richiamati quando sono necessari, all’occorrenza. Ma non tutto rimane. Spesso il nostro cervello si adopera per mantenere disponibili i ricordi positivi, cercando di allontanare quelli negativi, che agiscono sul benessere della persona". L’uomo vive in stretta relazione con il proprio mondo interiore e con l’ambiente di riferimento, cercando di cogliere l’istante che rende sazia la sua esistenza. "Non tutte le nostre esperienza sono consolidate ¬- prosegue il prof. Oliverio – altrimenti avremmo un cervello pieno di ricordi". La tecnologia ha invaso il nostro quotidiano e modificato le abitudini delle persone. Il prof. Oliverio: "Da giovane ricordavo i numeri di telefono. Ora invece mi affido alla tecnologia. In breve, è come disporre di una memoria accessoria, un nuovo cloud che tiene traccia delle informazioni, ma, occorre sapere dove sono e come cercarle. Siamo diventati un popolo di eterni connessi".

Guido Zaccarelli