Meno sprechi grazie alla skinification

C’è qualcosa di positivo nell’avere una vita scandita da ritmi frenetici: diventiamo parsimoniosi nostro malgrado. L’offerta di soluzioni che ci fanno risparmiare tempo pervade tutti i principali beni di consumo: dagli alimenti ai cosmetici, il prodotto "all in one" è sempre più ricercato e apprezzato. E’ già pronto all’uso, e il rischio di sprecarne è ridotto. Vale per i cibi, sempre più numerosi nella versione monoporzione o comunque in confezione ridotta, e vale anche per tante altre categorie merceologiche. Come i cosmetici, che hanno una data di scadenza, anche se è poco noto: la maggior parte, una volta aperti, vanno utilizzati entro sei mesi (in etichetta c’è un’iconcina che indica proprio il PAO, Period after Opening), pena il rischio di un deterioramento del prodotto. Ed è relativamente facile superare quel periodo se rientrate fra coloro che prendono il prodotto che tonifica, quello che lenisce, quello che rinfresca, quello che rinforza, quello che protegge, quello che riempie le prime rughe e, da quella via, anche quello per le rughe più visibili. Se poi declinate i colori del make-up a seconda di cosa indossate…l’accumulo è inevitabile. A ovviare a questi problemi, se tali si possono definire (ma in effetti lo spreco è un problema) si sta sempre più diffondendo una nuova tendenza: la "skinification". Si tratta della creazione di prodotti ibridi che associano la cura del corpo ad altre caratteristiche funzionali: la crema idratante che ti protegge dai raggi uv e, essendo colorata, evita l’uso del fondotinta; il rossetto liquido che puoi usare anche sulle gote per l’effetto "bonne mine", o che nutre le labbra oltre a colorarle; lo shampoo che è anche maschera. Beauty essenziale, e molto più sostenibile.

Francesca

Abbati Marescotti