"Meno vincoli e più risorse per gli interventi"

"Meno vincoli e più risorse per gli interventi"
"Meno vincoli e più risorse per gli interventi"

Attualmente presidente di Spazio coop, una società che ha l’incarico di gestire il patrimonio immobiliare delle Polisportive, l’ex assessore Daniele Sitta ha sollevato la questione nel suo libro ’Un’altra strada’.

Sitta, come mai la quasi totalità dei palazzi con più di due piani a Modena è senza ascensore?

"La maggior parte del patrimonio edilizio abitativo in città è stato costruito dal Dopoguerra agli anni’80, quindi prima della legge degli anni ‘90 che obbligava alla dotazione di ascensori negli edifici con più di tre piani. E anche dove ci sono, spesso si tratta di ascensori piccoli: se occorre trasportare un anziano con la pubblica assistenza la sediolina non entra, per non parlare di una sedia a rotelle. A questo si aggiunga che il problema della mobilità degli anziani esiste anche nelle numerose villette a schiera…".

Perché?

"Sono piene di scale, dislivelli, barriere architettoniche. Sono frutto del desiderio, legittimo ovviamente, e delle mode che però non tengono conto che ognuno di noi è destinato a invecchiare".

Comunque è possibile rimediare all’assenza di ascensori sugli edifici esistenti.

"Certo, si possono trovare delle soluzioni ricavando spazi per gli ascensori sia esternamente che internamente ai palazzi, con soluzioni esteticamente accettabili. Ma i problemi sono due".

Quali?

"Il primo è economico: i contributi pubblici per venire incontro a chi ha bisogno dell’ascensore sono pochi, coprono solo una parte minima della spesa e questo rende l’intervento poco sostenibile per una famiglia media".

L’altro problema?

"Sono i vincoli legati soprattutto ai palazzi storici. Occorrerebbe una maggiore elasticità considerando che oggi esistono soluzioni tecniche in grado di risolvere il problema senza senza penalizzare dal punto di vista architettonico gli edifici".

Lei ha sempre sostenuto che lo sviluppo futuro della città deve procedere verso l’alto.

"Sì, sarebbe bene evitare urbanistica dispersiva e progettare nuove tipologie di quartieri più compatte che oltre a risolvere il problema delle barriere architettoniche, se fossero realizzati con le modalità dei peep, darebbero risposte abitative di qualità a prezzi contenuti. Evitando la fuga da Modena delle giovani coppie alla ricerca di alloggi compatibili con i loro livelli di reddito".

g.a.