Modena, 2 ottobre 2024 – "A causa di pochi non riusciamo a fare del bene alle tante persone che vengono a chiedere aiuto con gentilezza e umiltà. E’ noto come parte della nostra clientela sia ‘difficile’. Quello che chiediamo è un controllo, un presidio maggiore nell’area della mensa". L’appello parte da Filippo Morandi, presidente della associazione Auxilium, che gestisce in centro a Modena la mensa Ghirlandina e fratello minore dell’arcivescovo della Diocesi di Reggio Emilia, Giacomo Morandi. Infatti il presidente, che tra le tante attività gestisce appunto la mensa di via Leodoino Vescovo, rivela diversi episodi di micro-criminalità e degrado avvenuti all’interno della struttura. Un grido d’allarme che non vuole certo denunciare una situazione ‘al limite’ ma che è volta a far sì che le istituzioni intervengano prima che diventi tale. La segnalazione di Morandi arriva a seguito dell’ennesimo grave episodio che si è verificato qualche giorno fa ad opera di una intera famiglia. "E’ entrata questa signora con quattro bambini – spiega il diacono Morandi –. Mentre la signora parlava con un’altra donna, i ragazzini si sono messi a scorrazzare per tutta la mensa; poi – dopo aver mangiato e pagato – i bambini si sono tirati giù le mutande davanti a tutti gli altri clienti e hanno fatto pipì in mezzo alla sala, come se fosse una cosa normale. Quando abbiamo chiesto alla signora di pulire, la stessa si è messa a gridare: ’Faccio quello che mi pare, tanto la polizia non mi fa niente’. Io le ho risposto che era una questione di educazione, ma questa signora se n’è andata senza preoccuparsi ovviamente di sistemare". Pare che in questi mesi dalla mensa siano partite diverse segnalazioni proprio a seguito di episodi di questo genere. "Non possiamo aiutare gli altri se i clienti scappano – sottolinea ancora Morandi – il nostro servizio è a disposizione di tutti; andiamo incontro a chi ha problemi seri ma quanto accaduto sabato scorso è fuori dalla grazia di Dio. I clienti erano comprensibilmente spaventati. Io la carità ai poveri la faccio sempre volentieri; sono un diacono ma questa famiglia era molto aggressiva, eravamo tutti stupiti. Sono nato in centro storico e ho visto l’evoluzione che c’è stata in questa città – afferma riferendosi ad episodi di criminalità – e per fortuna che la sera siamo chiusi. Qualche tempo fa abbiamo avuto problemi anche con ragazzini stranieri, non segnalati dai Servizi sociali con cui noi collaboriamo. Entravano in cucina dai cuochi – racconta ancora – e in modo aggressivo pretendevano i pasti: per fortuna il capo cuoco è un ‘mediatore’ ed è sempre riuscito a metterli tranquilli e con le buone.
Il punto è – conclude – che a volte ci sentiamo ‘circondati’ e per gestire queste situazioni senza rischiare che ‘esplodano’, non riusciamo a dedicarci a chi ha davvero bisogno di noi. Vorremmo poter continuare a dar da mangiare ai bisognosi senza temere di essere aggrediti. Riteniamo che un maggior presidio della zona scongiurerebbe episodi gravi".