Messaggi hot, il don: "Ha sbagliato ma non potevo lasciarlo solo"

Finale Emilia, il parroco di Finale don Daniele rompe il silenzio sulle accuse all’ex aiuto catechista:. "Fu lui a confessarsi, lo rimossi subito dalle attività educative ma non dal coro affinché potesse riabilitarsi".

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E’ una lunga lettera quella scritta da don Daniele Bernabei, letta ieri e oggi nel corso delle messe e postata sulla pagina Fb della parrocchia di Finale. Una lettera che sta suscitando molta emozione, visionata dal Vescovo ‘Don Erio’ nella quale il parroco di Finale – finito sotto i riflettori della trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ per la vicenda dell’ex aiuto catechista ‘Valentino’ (nome di fantasia), oggi 35enne, autore di chat erotiche ad alcune minori –, racconta come si sono svolti i fatti, risalenti al 2018, mai denunciati dai genitori e consegnati da ‘qualcuno’ al giornalista Pablo Trincia di Rai 3. "Nel dicembre 2018, ‘Valentino’ mi telefonò dicendomi che ne aveva combinata una molto grossa, e subito contattai i miei superiori decidendo insieme di rimuoverlo dal ruolo di aiuto catechista, dai campeggi parrocchiali e invitandolo a iniziare un percorso con uno psicologo. Contattai la mamma dell’adolescente, vittima della chat hard, e rimasi colpito dalla sua gentilezza. Dopo averle espresso il mio dispiacere per l’accaduto e per le ripercussioni sulla ragazza mi spinsi a chiederle cosa ci facesse la figlia sulle chat di notte e lei mi spiegò dei dubbi su una certa persona che poi, con l’inoltrarsi della conversazione, si svelò. Comunicai alla signora – scrive don Daniele – le decisioni prese nei riguardi del giovane e aggiunsi che se voleva denunciare il ragazzo era libera di farlo. Non avendo visionato il materiale hard lasciai la decisione alla responsabilità della madre".

Il parroco decise di lasciare ‘Valentino’ nel coro parrocchiale, "perché se lo escludo anche dal coro dove va a finire l’accoglienza nei confronti di chi ha sbagliato e prova a rimettersi in carreggiata? Cosa avrebbe fatto Gesù al posto mio? Il coro, d’altronde, è in un luogo circoscritto, sotto gli occhi di tutti e come pastori, fatto tutto ciò che è necessario per evitare ogni rischio, non ci è chiesto di ’eliminare’ una persona dalla comunità".

‘Valentino’ nel frattempo aggiorna il parroco del suo percorso terapeutico, "e poi – scrive don Daniele – scoppia tutta questa vicenda con toni violenti, e due anni dopo. Perché non si è denunciato allora anziché sbattere oggi la vicenda su giornali e social? A parte il sottoscritto, cosa ne sarà di Valentino additato come mostro? Come Chiesa siamo disposti a collaborare con le autorità preposte per chiarire la vicenda e nello stesso tempo chiediamo a chi fosse a conoscenza di situazioni di reati con minori, a partire dai genitori, di informare le autorità competenti".

Don Daniele ringrazia quanti in questi giorni lo hanno offeso sulle chat: "Mi danno davvero l’occasione di vivere il Vangelo". Nel frattempo, l’Arcidiocesi di Modena difende il parroco. "Don Bernabei ha agito correttamente, con scrupolo e prudenza, a tutela dei minori della sua comunità: revocando responsabilità educative all’autore, consigliandogli un percorso terapeutico poi effettivamente svolto, offrendo ascolto alla persona offesa, proponendo la denuncia dei fatti alle Autorità civili e rispettando i diritti dell’accusato".

L’Arcidiocesi sottolinea inoltre che "da poche settimane è operativo il centro di ascolto del Servizio Interdiocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili finalizzato alla prevenzione degli episodi di abusi attraverso la formazione e la sensibilizzazione di sacerdoti ed educatori".

v.bru.