’Metamorfuoco’, Tintoretto illumina Starling

La mostra della star inglese alle Gallerie Estensi da ieri fino al 31 gennaio. BagnolI: "Ampliamo il campo ai problemi del mondo odierno"

Migration

diStefano Luppi

Si esce dalla mostra della star inglese Simon Starling (Epsom, 1967), ’Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto’ da oggi al 31 gennaio presso la sala mostre delle Gallerie Estensi, con la sensazione di essere cambiati. Di essere più consapevoli sulle infinite strade possibili indicate dall’arte antica in grado di influenzare enormemente gli artisti odierni.

L’opera guida di Starling, infatti, in questo caso è il dipinto con la ’Caduta di Fetonte’ dal ciclo de Le Metamorfosi di Ovidio realizzato nel ‘500 da Jacopo Robusti il Tintoretto (1518-1594), tra le opere principali conservate alla Galleria Estense diretta da Martina Bagnoli. Nella sala mostre tutto ruota intorno al celebre dipinto, appeso in alto di scorcio che raffigura il figlio del Sole Fetonte alla guida di un carro solare con cui si avvicina troppo alla Terra provocando incendi e portando i fiumi alla siccità prima di precipitare nelle acque dell’Eridano (il Po e si ricorderà l’allarme di questi mesi per la forte siccità del principale corso d’acqua italiano). A fare da contraltare a questo vero e proprio fulcro visivo Starling – artista che espone alla Biennale di Venezia e in tutto il mondo – è l’altrettanto importante pavimento. Questo è stato realizzato appositamente dall’artista con il contributo dello sponsor, le Ceramiche Marazzi: si tratta di una distesa di gres porcellanato di colore ivory su cui a stampa digitale l’artista ha scelto di rappresentare delle grafiche e dei disegni conservati nel patrimonio estense.

Insieme a queste due opere il protagonista ha poi posizionato alcuni altri suoi lavori: le diapositive di un viaggio sul lago, ’Autoxylopyrocycloboros (Detail)’ del 2006, una bicicletta alimentata a legna, ’Carbon (Hiroshima)’ del 2011, una serie di telescopi realizzati dall’esperto Mike Davies con cui guardare il cielo, ’Homemade Red Telescopes’ del 1992-2022, alcuni estintori del museo che occupano lo spazio scultoreo, lo scheletro della carrozzeria di una Giulietta Alfa Romeo, un moderno carro di Fetonte in infiammabile legno. Ma a risaltare tra i pezzi esposti è un autoritratto, una sorta di automa-avatar di Starling: un essere inquietante a metà tra un robot e la tradizione artigianale giapponese delle maschere che pronuncia discorsi in relazione al fuoco. Insomma, una sorpresa dietro l’altra. "Il nostro museo – ricorda la direttrice Bagnoli – ha ampliato il proprio campo d’azione includendo il mondo odierno e i suoi problemi". Il curatore della mostra Gianfranco Maraniello aggiunge: "Il lavoro di Starling ha sempre avuto la capacità di trasformare e connettere luoghi specifici, è un uomo reattivo alla contingenza che per lui diviene una elaborazione e metamorfosi del mondo che incontra. Qui si costruiscono nuove mitologie e si riflette sul mondo con un lavoro molto politico".

Prima delle conclusioni dell’assessore alla cultura Andrea Bortolamasi che ha ricordato come "Le Estensi siano fondamentali per il territorio e la comunità" l’artista ricorda brevemente: "Sento il bisogno di nutrirmi per cercare nuova linfa da un artista antico che sento più giovane di me: tutto ciò è un grande stimolo". Informazioni: gallerie-estensi.beniculturali.it.