"Mia zia Jana era unica e speciale"

Ieri in Duomo i funerali della contessina Molza. I nipoti commossi: "Ha combattuto fino al suo ultimo giorno"

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"Tutti la conoscevano in città e il suo sguardo era fisso anche sulle cose invisibili, come lo sono gli occhi della fede riguardo il grande mistero della morte". Così ieri don Paolo Notari ricordava durante le esequie in Duomo la "contessina" Jana Molza, la nobildonna modenese scomparsa alcuni giorni fa alle soglie dei cento anni. I banchi della cattedrale a metà mattina erano pieni di persone comuni, di rappresentanti della nobiltà di Modena e Bologna e di volti noti come il sindaco Gian Carlo Muzzarelli - spesso Jana andava a trovarlo in municipio dove tutto era pronto per assegnarle la Bonissima al compleanno dell’8 dicembre mancato per pochissimo - e l’ex parlamentare Carlo Giovanardi. Presenti ovviamente anche tanti amici della signora, al secolo Donna Giovanna Molza dei Conti di Gazzolo con radici famigliari estese a prima del Medioevo, come Roberto Corradi, Giovanni De Carlo, il conte Forni di Bologna che la frequentavano assiduamente. Presente ovviamente anche la famiglia della defunta, tra cui i nipoti Andrea, Stefano e Maria Alessandra. Quest’ultima spiega: "La zia era unica e speciale, fino all’ultimo giorno, quando già era ricoverata a Baggiovara, le portavo le mollette perché voleva essere sempre presentabile. Del resto anche a casa, in via dei Lovoleti a due passi da piazza Roma, alle 8 di mattina era già in perfetto ordine e pressoché in abito da sera. L’ho vista così ogni giorno e all’ospedale si lamentava perché non aveva i suoi gioielli tra le dita. Aveva una manualità incredibile e amava moltissimo la storia di famiglia, il suo segreto è che fino alla fine ha avuto una cura incredibile di sé stessa". La nipote accenna anche al carattere della zia: "Non voleva nessuno di fisso in casa, nessuna badante, solo l’affezionatissima Rosetta che ringrazio. In pratica però le faceva da dama di compagnia. L’arcivescovo Castellucci, peraltro, è stato gentilissimo e si è spiaciuto per impegni di non poter essere presente alle esequie". Se ne va dunque uno degli ultimi personaggi della città: la contessina Jana, nella impossibilità di essere seppellita in Duomo nella storica tomba di famiglia, ha chiesto di essere bruciata con dispersione delle ceneri.

Stefano Luppi