Michielin: "Musica, libri e nel futuro c’è il cinema"

L’artista oggi al Bper Banca Forum Monzani con lo scrittore Jonathan Bazzi "Spero che le mie lettrici si sentano più serene nella loro complessità"

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Francesca Michielin.

di Vincenzo Malara

Verde è una giovane cantante all’apice del successo, emotiva e appassionata, che incasella i sentimenti per non sentirsi smarrita. Regina è una vecchia gloria della musica, bizzarra e contraddittoria. E poi c’è Anna, che le fa incontrare e ‘battezza’ un’amicizia che le trasforma giorno dopo giorno, cambiandole per sempre, anche nel dolore. Siamo nell’universo musicale ed emotivo creato da Francesca Michielin nel suo romanzo d’esordio ‘Il cuore è un organo’, pubblicato da Mondadori, che oggi ‘approderà’ al Bper Banca Forum Monzani (ore 17.30) insieme a Jonathan Bazzi, che presenterà a sua volta il libro ‘Corpi minori’. Per la 27enne cantautrice vicentina si tratta del primo passo nel mondo editoriale, dopo un decennio da assoluta protagonista cominciato con la vittoria a X-Factor, poi proseguito con dischi, tour, partecipazioni a Sanremo, duetti, podcast, una laurea al Conservatorio e adesso una trasmissione su Sky Nature.

‘Il cuore è un sogno’ è già alla seconda ristampa. Possiamo dire che le canzoni iniziavano a starle un po’ strette?

"In parte è così. La canzone è una forma artistica con regole ben precise. Questo libro nasce dall’esigenza profonda di cercare un’altra forma espressiva. Da cantante noto da tempo l’assenza di storie: quando leggi o ascolti qualunque cosa, trovo sempre molti riferimenti personali, che sono sicuramente bellissimi, ma manca un mondo parallelo ben narrato. Ecco, il romanzo nasce dalla voglia di raccontare una storia, che non ha a che fare con me perché farei troppa fatica a mettermi dentro un libro".

Non è un’autobiografia, ma al contempo c’è un suo immaginario ben definito, vero?

"Indubbiamente ci sono tante ispirazioni che riguardano la mia vita e i luoghi dove vivo e ho vissuto. Ci pensavo proprio in questi giorni quando rileggevo alcuni passaggi. Quando per esempio la protagonista Verde racconta di sua nonna, mi sono resa conto che il riferimento è alla mia pro-zia, che è stata una nonna a tutti gli effetti".

Si rispeccha più nella ‘sgangherata’ Regina o nella giovane Verde?

"Gli aspetti più simili li ritrovo in Regina, che oltre a essere una star della musica, è una musicista, un’organista, una pensatrice. Verde, invece, ha una costante ossessione per analizzare ogni cosa, compresi i sentimenti. Non a caso i titoli dei capitoli che la riguardano hanno tutti una descrizione anatomica. Io sono completamente diversa da lei, medito sicuramente molto, ma vivo in maniera spesso irrazionale".

Nel romanzo Regina giudica severamente il mondo della musica. Quell’universo che racconta è lo stesso che sperimenta lei nella realtà?

"Conosco una bella parte di questo mondo e sono perfettamente a conoscenza di alcune dinamiche nei confronti delle artiste giovani, che vengono spesso schematizzate e sessualizzate. Non si tratta di una vera denuncia, ma piuttosto della voglia di informare i lettori che esiste anche quest’altra faccia della medaglia".

Che tipo di lavorazione è stata quella del romanzo? Schematica o ‘schizofrenica’?

"Ammetto di essere molto schizofrenica nel lavoro, ma questo libro mi ha insegnato l’arte della disciplina. Dopo una primissima fase più di ‘casino generale’ con un flusso di creatività continuo, mi sono data la regola di un numero di battute al giorno da portare a casa per riuscire a completare l’opera nei tempi stabiliti".

Quanto ci ha messo?

"Nella sua organicità il libro è stato completato in quattro mesi, anche se l’ho pensato nell’arco di circa sette anni. L’incipit risale addirittura a dieci anni fa".

Cosa vorrebbe rimanesse nei lettori?

"Le ragazze che leggeranno il romanzo vorrei si sentissero più serene nella loro complessità. Viviamo in una società che mette le donne le une contro le altre e mi piace che al centro dell’opera ci sia una storia di amore e amicizia tra personalità diverse. L’ho pensato come un libro di formazione per comprendere cosa significa diventare adulti e cosa significa amare anche i lati oscuri di una persona".

Lei è un’artista poliedrica. Come vede il suo futuro?

"Mi piacerebbe lavorare per il cinema come compositrice. Ho già scritto canzoni per film, ma vorrei lavorare sulla musica pura, quella che accompagna le scene, che poi è la parte che mi emoziona di più".