L’arrivo di 40 migranti richiedenti asilo da Gambia, Senegal, Camerun, Mali, Sudan, Guinea, Costa d’Avorio e Burkina Faso, a Casola di Montefiorino, ha scatenato vibrate polemiche in paese e autorevoli prese di posizione pubbliche. A dare il via alla discussione una lettera del sindaco del comune montano Maurizio Paladini, in cui si sostiene che "i migranti sono arrivati alla chetichella, senza alcun preavviso al sindaco e alla locale stazione dei Carabinieri". Dall’altra la prefettura di Modena che ricorda la "fattiva collaborazione del sindaco di Montefiorino, con il quale il Prefetto Alessandra Camporota ha sin da subito avviato una interlocuzione" sottolineando la "disponibilità delle suore della Congregazione Figlie della Provvidenza per le Sordomute, grazie alle quali è stata individuata in quel territorio una struttura idonea ad accogliere i migranti giunti a seguito degli sbarchi".
Ieri il sindaco, commentando le spiegazioni della prefettura – anche in risposta a chi lo ha accusato di "contorni imbarazzanti" e "scaricabarile" come ha fatto l’ex parlamentare Lega, oggi vice segretario regionale, Stefano Corti, annunciando un’interrogazione parlamentare sul tema – ha confermato che "nel mese di maggio ho accompagnato personalmente le suore della congregazione Figlie della Provvidenza dal Prefetto perché avevano manifestato la disponibilità ad ospitare profughi provenienti dall’Ucraina, riproponendo l’esperienza della parrocchia di Piandelagotti in comune di Frassinoro. E questo – aggiunge – non significa distinguere tra bianchi e neri ma semplicemente precisare come si sono svolti i fatti. Da quel giorno però il sottoscritto non ha più avuto contatti, né tantomeno informazioni in merito al trasferimento dei profughi". L’autorizzazione dei Vigili del Fuoco all’impiego della struttura – informa la prefettura – è arrivata l’11 settembre e da allora sono "stati effettuati gradualmente fino al 29 settembre gli inserimenti degli ospiti, fino al raggiungimento della quota di quaranta richiedenti asilo". E nella stessa giornata sostiene il sindaco "è stato sottoscritto il contratto di locazione biennale della struttura con la cooperativa Leone Rosso di Aosta, specificando che la locatrice concede in locazione l’immobile, mettendo a disposizione 25 posti per l’accoglienza di cittadini stranieri". "Siamo di fronte a due narrazioni molto diverse l’una dall’altra" fanno sapere dall’opposizione i consiglieri di CambiaMonte Chiara Asti e Fortunato Zanni. Mentre dalla Lega sale la richiesta interrogazione parlamentare e consiglio comunale straordinario.
Alberto Greco