Mille volte Greenowski, il rocker è di casa

Ha girato il mondo facendo centinaia di concerti, tornerà il 7 gennaio al Centrale 66. E oggi esce il disco dedicato al regista Carpenter

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di Doriano Rabotti

Per arrivare da Modena fino al mondo non bastava seguire i binari di un pentagramma, perché la strada per il successo in realtà è fatta soprattutto di curve. Di sicuro conducono lontano quelle che hanno portato il modenese Alberto Artioli, 40 anni, a diventare famoso all’estero con il suo nome d’arte: Lester Greenowski, artista della scena underground che ha ormai quasi un migliaio di concerti alle spalle, quasi tutti lontano da casa. A proposito di binari, tornerà a suonare nella sua città il prossimo 7 gennaio, al Centrale 66, per la ’Befana rock’.

Alberto, perché ha scelto Lester Greenowski come nome?

"Wicked Lester è il nome della prima band di due fondatori dei Kiss, Paul Stanley e Gene Simmons, di cui sono un grande fan. Greenowski viene dalla storpiature del nome di una quasi nonna americana che ho avuto".

Lei oggi vive ad Aosta, dopo aver girato il mondo. Ma in realtà è modenesissimo.

"Sono cresciuto in viale Moreali, ho fatto le elementari alle Graziosi, le medie Carducci, il liceo scientifico tra Tassoni e Wiligelmo. Torno ancora a Modena più o meno una volta al mese. Anche la mia ragazza è in parte di origini modenesi: ho scoperto che Aosta è un luogo di grande immigrazione dal nostro appennino, soprattutto da Pavullo e Serramazzoni".

Prima di tornare in Italia ha girato parecchio.

"Sono stato alcuni mesi in Finlandia, poi a Londra, a Parigi, poi a Parma dove sono nato perché i miei lavoravano da quelle parti. Ho levato presto le tende, quando ho capito che Modena ha le caratteristiche della città di provincia, con i suoi pro e i suoi contro. E se non avevo modo di portare la mia musica perché non c’era interesse, era meglio partire".

Poi ha lavorato con mezzo mondo.

"Ora Lester è un progetto solita, per quattro anni eravamo i Lester and The Landslide Ladies, a lungo in Inghilterra ho suonato per i Crybabys e gli Honest John Plain, con Brandy Row e Brijitte West, sono stato sul palco con Offspring, Backyard Babies, Marky e Richie Ramone, Faster Pussycat solo per citarne alcuni".

In questi giorni sta uscendo un nuovo disco in cui ritrova vecchi amici modenesi.

"Sì, si intitola Carpenter’s Cult, sono tredici brani ispirati direttamente a 13 film di John Carpenter, un regista che amo particolarmente. Il disco uscirà oggi per la Rocketman Records, lo presenteremo a Rho. Con me hanno lavorato Matteo Bassoli al basso, chitarre e synth, e Davide Furlani che è un batterista pazzesco".

Alberto-Lester, qual è stato il concerto più strano che ha fatto?

"Nel 2006 a Venezia, sopra un vaporetto, mentre giravamo per la laguna. Eravamo tre band, avevamo a disposizione un’ora per ogni gruppo. Quella volta c’era anche Tom Spencer dei Professionals, uno dei padri mondiali del punk".