Minacce di morte, bastonate e abusi sessuali "Ero di sua proprietà, tentò di investirmi"

Il drammatico racconto di una 33enne che ha denunciato l’ex compagno: "Dopo le botte mi impediva di andare al pronto soccorso"

di Valentina Reggiani

"Dovevo essere come lui, mi ‘costruiva’". Dopo le botte mi impediva di andare al pronto soccorso: mi chiudeva a chiave in casa e mi vietava di sentire i miei familiari e i miei amici. Me lo ritrovavo sempre davanti al luogo di lavoro e non solo a Sassuolo ma anche in Francia, dove mi ha raggiunto per continuare a perseguitarmi e per ricordarmi che mi avrebbe trovato ovunque". E’ stata sentita ieri in aula la presunta vittima di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni da parte dell’ex convivente ora imputato nel processo, un marocchino di 38 anni residente a Modena.

La giovane donna, 33 anni, si è fermata più volte durante la testimonianza perché le lacrime le rigavano il volto: era come se ad ogni ricordo delle violenze subite continuasse a sentire ‘vivo’ il dolore provato nei diversi episodi di soprusi.

Tra i vari fatti contestati all’imputato, anche un tentato investimento ai danni della giovane, della sorella e del cognato: la vigilia di Natale del 2019, infatti, in base alle indagini, l’uomo entrò al parco Amendola con l’auto e cercò di travolgere la vittima, (che si salvò soltanto saltando su una panchina) puntando appunto alla donna ma anche ai parenti coi quali in quel momento si trovava.

La vicenda ha origine nel 2016 ma i maltrattamenti e le minacce si sarebbero protratti anche dopo, quando la vittima cercò di trasferirsi altrove per allontanarsi dallo straniero il quale, però, più volte l’aveva raggiunta per ricordarle che era di sua ‘proprietà’.

Nel processo si sono costituiti parte civile anche la sorella della giovane, di 24 anni, e il cognato che saranno sentiti nel corso della prossima udienza. "Mi offendeva continuamente, mi picchiava: vivevo nel terrore – ha raccontato la giovane in aula – Se mi azzardavo a non assecondare le sue pretese, minacciava di uccidermi e mi picchiava". L’uomo, in un’occasione, avrebbe aggredito la giovane anche con un bastone gridandole che avrebbe dovuto essere ,costruita, a suo piacimento, che avrebbe dovuto annullare la sua personalità.

"Voleva che io cambiassi il telefono per tagliare i contatti con i miei amici e la mia famiglia: mi ripeteva che ero una sua proprietà. ‘Non puoi scappare da me, ovunque tu andrai ti troverò’", mi diceva.

La donna ha denunciato anche plurime violenze sessuali, sostenendo come il compagno violento la immobilizzasse e la picchiasse, colpendola anche con bastononate sulle gambe per costringerla a subire rapporti sessuali.

L’uomo risponde anche di lesioni: secondo gli inquirenti cercò alla vigilia del Natale del 2019 ad investire la vittima e i suoi familiari mentre, appunto, passeggiavano al parco. L’uomo rischia ora una pesante condanna.

La sentenza è prevista il prossimo anno.