Minacciata con una bottiglia: «Ti uccido»

Paura per una cassiera della Coop di via Mosca. «E’ uno dei due ubriachi che ci perseguitano». I sindacati: «Serve maggiore protezione»

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«Era arrabbiato perché stavolta non era riuscito a rubare nulla. Quando si è presentato alla cassa per l’ennesima volta completamente ubriaco ha sollevato una bottiglia per darmela in testa. Io mi sono spostata indietro. Per fortuna si è fermato altrimenti non so come sarebbe andata a finire». C’è un misto di rabbia e preoccupazione nelle parole di Mara Meglioli, dipendente della Coop di via Mosca. L’episodio è accaduto mercoledì pomeriggio dopo le 16. «Purtroppo non siamo nuovi a questo tipo di aggressioni. Ci sono queste due persone, di origine magrebina, che ogni giorno entrano in negozio e ci insultano in tutte le maniere. La ‘persecuzione’ va avanti da due anni a questa parte». Il negozio è ‘difeso’ da un vigilante non armato, tipo portierato sociale, che per legge può al massimo controllare che i clienti non rubino, ma non può intervenire in questo tipo di situazioni. Mercoledì la situazione è degenerata. «Alla cassa uno di loro (l’altro non c’era) ha cominciato a insultare l’Italia e io gli ho detto che non era obbligatorio rimanerci. A quel punto ha alzato la bottiglia minacciando di colpirmi». Le colleghe e la direttrice hanno intimato all’uomo di uscire e il balordo ha ulteriormente minacciato la cassiera urlandole che l’avrebbe aspettata fuori per «ammazzarla».

«Non siamo di fronte – prosegue Meglioli – a un episodio estemporaneo, tipo una rapina. Questo esito era prevedibilissimo. Chiediamo maggiore protezione da parte della cooperativa per cui lavoriamo». La donna ha fatto denuncia dai carabinieri.

Sulla vicenda intervengono i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uilche che già in passato avevano sottoposto la questione alla Cooperativa. La quale «aveva risolto solo temporaneamente potenziando per un certo periodo la sicurezza privata per poi, successivamente, ritornare ad una presenza di vigilanza che sicuramente non è sufficiente». Dopo anche alcuni episodi di rapina in altri supermercati della provincia, «avevamo chiesto – spiegano Laura Petrillo (Filcams), Alessandro Martignetti (Fisascat) e Thomas Maccarthy (Uiltucs) – un incontro alla cooperativa per ragionare di percorsi e soluzioni. Peccato che si sia sottratta a questo confronto adducendo la motivazione che ‘l’argomento non fosse tra quelli previsti dai diritti di informazione e confronto sindacale’». Per i sindacati «è incomprensibile che l’azienda non si voglia confrontare su questi temi con chi rappresenta ogni giorno i diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro».

Gianpaolo Annese