"Mio padre trovato morto, portafogli sparito"

Savignano, i carabinieri indagano sul decesso del 77enne Luciano Coppi. La casa è sotto sequestro, manca anche il suo telefonino

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di Marco Pederzoli

E’ giallo a Savignano sulla scomparsa di Luciano Coppi, l’agricoltore di 77 anni che è stato salutato per l’ultima volta sabato scorso nella chiesa di San Marco Evangelista di Doccia e che ora riposa nel cimitero di Marano. La sua morte, infatti, è ancora avvolta da una fitta coltre di interrogativi, sui quali stanno indagando i carabinieri della stazione locale. L’ipotesi che si tratti di omicidio rimane infatti tuttora in piedi, e solo l’esito dell’esame autoptico, che deve ancora arrivare, potrà aiutare a fare chiarezza su quello che ormai in tutta Savignano, con il passaparola, è diventato un vero e proprio caso. Ad alimentarlo il fatto che sono spariti alcuni effetti personali della vittima, tra cui il portafoglio e un telefono cellulare.

I fatti, al momento, sono questi: Luciano Coppi detto "Bodi" viveva da solo in via Vecchiati 272, nell’ambito di in un caseggiato di campagna abitato anche da altri parenti stretti. Stava bene, era benvoluto da tutti, aveva l’hobby della caccia e, come attività, coltivava il suo storico frutteto nei pressi della sua abitazione. Due domeniche fa la cognata, non avendolo visto da circa un giorno, verso le 18 prova a entrare in casa sua ma è chiusa. Però la macchina era comunque sotto l’abitazione. Si pensa subito al peggio e in effetti, poco minuti dopo, la stessa riesce a entrare in casa e lo trova cadavere nel suo letto, ma in modo anomalo tanto che vengono subito avvertiti i carabinieri. Scatta quindi il sequestro della casa e il corpo, come ha confermato lo stesso Marco, uno dei tre figli di Luciano (oltre a lui lo piangono le figlie Marianna e Manuela), non viene nemmeno mostrato ai figli ma mandato all’istituto di Medicina legale di Modena per accertamenti. La salma è stata liberata solo alla fine della scorsa settimana, per permettere appunto ai parenti di dargli l’ultimo saluto. Ma tutte le ipotesi sulle cause della morte rimangono attualmente aperte. "Dobbiamo ancora ricevere l’esito dell’autopsia – conferma ancora Marco – e vorremmo proprio sapere anche noi se si tratta di una morte per omicidio o per cause naturali. Ho comunque piena fiducia nel lavoro dei carabinieri". In effetti, i carabinieri stanno conducendo le indagini nel massimo riserbo e, da loro, non filtra al momento alcuna indiscrezione. Quello che è certo è che i familiari, due domeniche fa, sono stati ascoltati in caserma fino alle 3 del mattino inoltrate, non come sospetti ma come persone che conoscevano bene Luciano e che potevano quindi fornire indicazioni utili alle indagini. Gli stessi carabinieri, inoltre, hanno cercato di acquisire ulteriori informazioni da vicini o da conoscenti di Coppi, anch’essi interpellati nella nottata di domenica 22: i militari scavano nella cerchia dell’uomo, nelle sue frequentazioni.

Non è escluso, peraltro, che la morte di Luciano risalga addirittura alla giornata di sabato 21 novembre, ma che il corpo esanime sia stato scoperto circa ventiquattr’ore dopo. Un altro dato oggettivo che alimenta il giallo sulla scomparsa di "Bodi", davvero molto conosciuto e benvoluto da tutto il paese, è il fatto che non si trovino più né il suo portafogli né il suo telefono cellulare, come ha confermato sempre il figlio Marco, che pure li ha cercati sia in casa, sia attorno all’abitazione. Difficile che questo possa rappresentare un possibile movente (il cellulare era un modello piuttosto vecchio), sempre ipotizzando che di omicidio si tratti, ma certo genera ulteriori interrogativi il fatto che non si trovino alcuni suoi effetti personali. Al momento, tutto è nelle mani della Procura della Repubblica, che sta indagando attraverso i carabinieri. L’immobile in cui è stato trovato il corpo, intanto, continua ad essere sotto sequestro, a disposizione degli inquirenti.