"Misura utile, ma servono più controlli Meglio importi diversi tra aree geografiche"

Massimo Baldini di Unimore annuncia un monitoraggio sui beneficiari: "I percettori sono famiglie non più giovanissime"

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di Alberto Greco

Nuovo governo e già si parla di mettere mano al discusso provvedimento che ha introdotto in Italia il "reddito di cittadinanza", di cui da mesi – quasi fin dalla sua introduzione – si denunciano le distorsioni legate alla mancanza di controlli su chi effettivamente ne abbia diritto e, soprattutto, al fatto che non appare una misura efficace di avvio al mondo del lavoro. I ’vuoti’ legislativi che permettono gli abusi sono un fenomeno geograficamente abbastanza generalizzato. Ne parliamo con un esperto, l’economista professor Massimo Baldini, docente di Scienza delle finanze e sistemi di welfare a Unimore.

Professore come si caratterizza a livello modenese la situazione sociale dei percettori del reddito di cittadinanza?

"Circa metà si rivolge ai centri per l’impiego, gli altri ai Comuni. Sul primo gruppo di fatto non si sa nulla, mentre sul secondo il mio dipartimento di Economia Marco Biagi sta per iniziare una collaborazione con il Comune di Modena per il monitoraggio dei beneficiari. In base alle elaborazioni dell’Inps, sappiamo che i percettori sono in genere nuclei non più giovanissimi, spesso composti da una sola o due persone, in gran parte di cittadinanza italiana. In tanti casi c’è un reddito da lavoro in famiglia, molto basso. Quasi tutti non avevano in precedenza chiesto aiuto ai servizi sociali comunali. Sarebbe davvero interessante approfondire le loro storie.

Sono segnalate molte frodi intorno a questa misura. Cosa non funziona?

"L’assegnazione del contributo economico è praticamente automatica. Sulla carta sono previsti numerosi controlli, ma è difficile capire se siano svolti davvero. Inoltre, la legge prescrive che oltre un certo termine, anche se i controlli non sono effettuati, la somma vada comunque versata. L’ultima legge di bilancio ha rafforzato gli impegni che i beneficiari devono rispettare per continuare a ottenere il sussidio, ad esempio recarsi una volta al mese presso il centro per l’impiego o il comune, con decadenza dal beneficio in caso di mancato adempimento, ma non è chiaro quanto queste regole vengano fatte rispettare e dove. Forse hanno più efficacia nello scoraggiare le nuove domande piuttosto che nel correggere la situazione esistente".

È una misura utile o inutile per il contrasto della povertà?

"È essenziale che vi sia, anche se potrebbe essere strutturata meglio. Ad esempio, rafforzando il ruolo dei servizi sociali nella valutazione preliminare, oppure prevedendo importi differenziati per aree geografiche. Al Nord il costo della vita è maggiore mentre l’importo del Rdc è uniforme nel paese. Bisognerebbe anche tenere conto dei diversi costi del riscaldamento a seconda della zona e dell’altitudine. Comunque, in un mondo sempre più incerto e mutevole, non solo nel mercato del lavoro ma anche nelle relazioni familiari, avere una rete di protezione su cui poter contare è fondamentale".