Zona arancione scuro, l'Ausl: "Serve anche a Modena"

L’Ausl: "Troppa leggerezza, urgono restrizioni: c’è chi ha fatto party di Carnevale". Ieri 515 contagi

Il capo del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, Davide Ferrari

Il capo del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, Davide Ferrari

Modena, 27 febbraio 2021 - Cresce inesorabile il numero di nuovi positivi al Covid e aumenta anche la percentuale dei contagi rispetto al numero di tamponi effettuati, che ieri a raggiunto il 6,1%. Sui 2.575 nuovi casi in regione, 515 sono in provincia di Modena (dei quali 383 sintomatici). La nostra provincia registra anche 3 morti Covid positivi tra Modena e Castelfranco: si tratta di due donne di 82 e 86 anni e un uomo di 83 anni. Una situazione che, secondo il capo del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, Davide Ferrari, richiede "maggiori provvedimenti restrittivi". Quanto è vicina la zona ’arancione scuro’, quella che prevede lo stop agli spostamenti dentro il Comune e la chiusura delle scuole? "Negli ultimi giorni assistiamo a un aumento della circolazione virale che preoccupa tutta le regione, l’indice Rt è sopra a 1. Crescono i casi assoluti e aumenta anche la percentuale di positivi rispetto ai tamponi fatti. Anche nel nostro territorio la situazione è in peggioramento e dal nostro monitoraggio emerge che misure più restrittive sono opportune. La autorità regionali decideranno cosa fare in base ai dati che forniamo loro quotidianamente. Ricordo comunque ai cittadini che siamo già in fascia arancione e ci sono delle regole da rispettare". C’è bisogno di ricordarlo? "Rispetto a un anno fa sembra che si sia abbassata la percezione del rischio, le persone sono stanche e più insofferenti alle restrizioni. Invece bisogna rispettare, oltre che le note regole (distanziamento, mascherina e igiene delle mani) pure i divieti di andare negli altri Comuni per ridurre le occasioni di contagio, anche se ci sono delle belle giornate. E’ vietato". Bologna ha chiuso le scuole. Sono fonti di contagio? "Al 21 febbraio le sezioni in isolamento in provincia erano 167, quindi i focolai nelle scuole sono aumentati anche se nella maggior parte dei casi si parla di appena due positività per classe. Ritengo che le scuole siano veicolo di contagio non tanto durante l’attività scolastica in sè, ma per tutto ciò che gravita attorno agli istituti". E’ giusto chiuderle? "Sì, ma non perché in classe ci si contagi. Nelle aule i protocolli sono rispettati. E’ appena fuori dalle scuole che tutto cambia. Sui trasporti o all’uscita, con bambini e ragazzi che si trasferiscono in gruppi nei parchi dove il distanziamento, garantito in classe, svanisce. Chiudere le scuole significa ridurre gli spostamenti e questi comportamenti. I genitori devono darci però una mano...". E’ un rimprovero? "Beh, dal tracciamento è emerso che numerosi contagi sono avvenuti durante delle feste". Feste? "Di compleanno e carnevale, nelle abitazioni. Hanno coinvolto soprattutto bambini, di medie ed elementari. I genitori si sono giustificati dicendo che i figli avevano bisogno di svago". Durante l’attività di tracciamento avete notato una certa reticenza? "Sì, a volte c’è reticenza a fornire i contatti". Ci sono paesi come Nonantola con tassi di positività più alti. Si possono pensare provvedimenti restrittivi a macchia di leopardo? "Spetta alla Regione deciderlo. Ci sono in effetti anche nel Modenese alcune zone, un po’ in tutti i distretti sanitari, con una maggiore incidenza di casi". Perché registriamo un boom proprio adesso? "Veniamo da un perdiodo di zona gialla, in cui c’erano dunque meno restrizioni, durante il quale c’è stata l’esplosione della variante inglese che presto prenderà il sopravvento. Come ormai noto, è più contagiosa". Le fasce d’età più colpite? "Tutte. Possiamo dire che grazie alle vaccinazioni i contagi sono precipitati nelle case di riposo e tra i sanitari. Le uniche armi che abbiamo sono i vaccini e i giusti comportamenti".