Modena, 18 settembre 2024 – Appare ormai sempre più vicina l’unificazione definitiva delle diocesi di Modena e di Carpi. Anche se l’annuncio ufficiale dal Vaticano potrebbe arrivare ancora fra qualche tempo, la decisione sarebbe stata sostanzialmente già presa, e per questo le due diocesi sono state invitate a tenere incontri e riunioni unitarie. Già ieri, per esempio, è stato convocato il consiglio episcopale interdiocesano (quindi i consigli episcopali di Modena e Carpi si sono riuniti insieme) e oggi, con la stessa modalità interdiocesana, si svolgerà il consiglio presbiterale. Sono tutti ‘segnali’ di un legame sempre più stretto fra le due realtà diocesane.
Quando sarà formalizzata l’unificazione, giungerà a un traguardo il percorso avviato ormai più di cinque anni fa, dopo le dimissioni di monsignor Francesco Cavina da vescovo di Carpi: nel giugno 2019 monsignor Erio Castellucci (nella foto), arcivescovo di Modena, è stato designato come amministratore apostolico della diocesi di Carpi, poi agli inizi di settembre del 2020 le due diocesi sono state unite ‘in persona Episcopi’ ovvero, pur rimanendo distinte, sono state affidate a uno stesso pastore. Da quel momento è iniziato quello che – fin da subito – è parso un cammino già tracciato e prevedibile verso la definita unione delle due diocesi.
Ieri su questo tema si sono avviate discussioni sui social. Non è un mistero che la Chiesa italiana propenda per l’unificazione delle diocesi. Lo stesso cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, lo disse apertamente nel gennaio dello scorso anno, partecipando a un convegno sulla città metropolitana. La carenza di vocazioni ha portato a unificare alcune parrocchie, e anche nella nostra provincia ci sono numerosi parroci che devono seguire diverse comunità. Allo stesso modo, aggiunse il cardinale Zuppi, si potrà arrivare anche a tenere insieme Modena e Carpi: "Probabilmente prima o poi ci sarà un trattino che unirà le due diocesi e sarà così – disse ancora –, poi fra trent’anni non se lo ricorderà più nessuno e sarà una cosa scontata. Oggi diciamo che non è acquisito".
In questi anni – ha ripetuto spesso don Erio – si è avviato un percorso, anche per cercare di verificare quali servizi o quali uffici potrebbero essere più facilmente riuniti e unificati. L’arcivescovo non si è mai sbilanciato sui tempi dell’operazione. Di certo, soprattutto a Carpi, l’unificazione fa discutere e qualcuno la vive con dispiacere, come una perdita dell’identità locale, l’impoverimento di una storia e di una tradizione. Sono le osservazioni a cui anche il cardinale Zuppi rispose già nel suo intervento: i campanili sono importanti ma – disse – "il locale e l’universale richiedono l’uno e l’altro. La Chiesa ha bisogno che i campanili diventino antenne e non limiti, e diventino capaci di collegarsi con il resto".