
Il Modena affronta il Bari con numerose assenze e una difesa da riorganizzare. Mandelli cerca soluzioni per il match.
Il tempo non è stato galantuomo. A nulla è servito il turno di campionato non giocato a Pasquetta, l’infermeria canarina non si è svuotata. Dellavalle (le cui condizioni ora sono un vero mistero), Gliozzi e Caldara resteranno a casa e proveranno ad esserci nel derby con la Reggiana, a loro si aggiunge Battistella e per lui la stagione è già finita. Magnino deve ancora scontare il turno di squalifica e allora è vero e proprio rebus per il ruolo di centrale difensivo nel tridente con Zaro e Cauz. Ci si chiede se non possa toccare a Botteghin, letteralmente sparito dai radar negli ultimi mesi e sarebbe soluzione logica e unica, altrimenti Mandelli dovrà adattare Beyuku (nella foto) o Cotali. Dilemmi nei quali è pure difficile buttarsi, dal canto nostro. Il tecnico gialloblu potrebbe pure pensare ad una difesa a 4 tenendo Di Pardo e Cotali terzini, con Zaro e Cauz centrali in modo da non stravolgere più ruoli. A centrocampo le certezze sono Gerli e Santoro, sulle trequarti saranno come sempre Palumbo e Caso. Anche davanti aspettiamoci una staffetta tra Defrel e Pedro Mendes, con il francese favorito per una maglia da titolare e il portoghese pronto a subentrare nella ripresa. Al San Nicola sono in palio punti pesanti, come ha ricordato lo stesso Mandelli. Forse è un peccato giocarseli con qualche defezione ma serve fare sempre di necessità, virtù. Soprattutto ora, in un rush finale nel quale il Modena ha a pochi passi un traguardo ambizioso e che può cercare di raggiungere con una certa tranquillità avendo alle spalle una bagarre talmente incredibile anche solo da immaginare. Bari, tuttavia, è quasi un tabù da quando i canarini sono tornati in B e non solo. L’ambiente sarà come di consueto ostico, la squadra di Longo vive perennemente nell’ insoddisfazione di una piazza che vorrebbe la A ogni anno. Giocarsela, con le armi a disposizione, si può. Mentalità giusta e gioco verticale, queste le frecce nell’arco di Mandelli. Di fronte all’ex Bonfanti e all’immortale Lasagna. Di fronte a quel Moreno Longo che poteva essere tecnico modenese nella lotta a due che poi portò Bisoli a salvare la squadra che fu di Bianco.
Alessandro Troncone