Mohamed è qui, oggi l’interrogatorio "E’ stanco e preoccupato, chiarirà tutto"

L’avvocato Ghini lo ha incontrato ieri in carcere per due ore: "Parlerà a tempo debito con il giudice". E’ indagato per omicidio

Mohamed è qui, oggi l’interrogatorio  "E’ stanco e preoccupato, chiarirà tutto"

Mohamed è qui, oggi l’interrogatorio "E’ stanco e preoccupato, chiarirà tutto"

di Valentina Reggiani

"Provato dalla detenzione" che dura ormai tre settimane ma anche dal viaggio legato all’estradizione. "Stanco" e, soprattutto, "preoccupato". E’ così che si è mostrato ieri Mohamed Gaaloul al suo arrivo in carcere, a Modena. Dopo l’atterraggio a Linate, infatti, con un volo partito da Parigi, il tunisino 29enne accusato dell’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri è stato trasferito direttamente al Sant’Anna ieri, nel primo pomeriggio, scortato dai mezzi della penitenziaria. Poco dopo aver terminato le pratiche di accesso al carcere Gaaloul ha incontrato il proprio legale di fiducia, l’avvocato Roberto Ghini.

"Il mio assistito era molto stanco, provato dal viaggio e dalla detenzione in carcere ma anche inevitabilmente preoccupato per la situazione – spiega il legale difensore. – L’incontro è durato circa due ore e abbiamo iniziato ad affrontare le questioni di merito. Tornerò da lui domani mattina (oggi, ndr) e alle 14 Gaaloul affronterà l’interrogatorio di garanzia in carcere. Chiariremo tutto a tempo debito davanti alle autorità competenti", conclude Ghini.

Gaaloul era stato fermato in Francia lo scorso 14 dicembre su mandato di arresto europeo, dopo essere partito improvvisamente dalla sua abitazione di Vallalta di Concordia. Secondo la Procura nei suoi confronti sono stati raccolti chiari e gravi indizi di colplevolezza ma il tunisino, sin dal principio, si era dichiarato estraneo ai fatti contestati, ovvero omicidio volontario e distruzione di cadavere, visto che la donna è stata trovata carbonizzata nel baule della sua auto. Aveva sì ammesso di aver accettato quel giovedì notte un passaggio a casa, da parte di una donna bionda, ma aveva dichiarato di non conoscerla. In realtà alcuni testimoni – presenti quella notte allo Smart cafè di Concordia dove la ragazza aveva trascorso la serata - giurano di averlo notato proprio mentre baciava la vittima, seduta in auto, alla guida e mentre saliva a bordo della sua Ford Fiesta. La stessa auto trovata bruciata nelle campagne di Concordia con all’interno il cadavere carbonizzato di Alice Neri. Zona che – secondo un’altra donna che con Mohamed aveva avuto in passato una relazione – il tunisino ben conosceva. Le telecamere della zona hanno ripreso poi il tragitto effettuato dalla vettura della vittima, che si è spostata più volte fino ad addentrarsi in quelle campagne di Concordia. Chi c’era alla guida del mezzo? Alice era già stata ammazzata quando l’auto è stata data alle fiamme? Forse soltanto le parole di Mohamed potranno chiarire i tanti lati oscuri della vicenda mentre gli investigatori ancora ‘scavano’ nel passato della vittima e del presunto assassino, in cerca di ulteriori indizi e risposte.

Resta aperto, infatti, un quesito fondamentale: la giovane mamma conosceva Mohamed? Contro di lui, al momento, ci sono le immagini di videosorveglianza del bar, che lo ‘posizionano’ all’esterno del locale quella notte e vicino all’auto della vittima. C’è la bicicletta, rimasta nel piazzale incustodita. C’è l’ammissione dell’indagato, che ha raccontato di aver accettato un passaggio. C’è la ‘debole’ testimonianza del collega della donna, che ha affermato di aver notato la presenza di uno straniero a qualche metro dalla macchina di Alice quella notte, pur ammettendo di non averlo visto bene e forse di non essere in grado di riconoscerlo. Ma ci sono anche i tanti ‘buchi’ temporali. Cosa ha fatto Mohamed quel venerdì mattina? Se è davvero lui l’assassino, è stato aiutato da qualcuno? Ha percorso a piedi il ritorno da Fossa di Concordia fino al paese? Se sì, perchè le telecamere non lo hanno immortalato? Poi c’è la verità di Mohamed, che forse verrà a galla.