Morta carbonizzata, venerdì a Concordia avvistate l’auto di Alice e quella dell’amico

Le due vetture sarebbero state riprese da una telecamera, ma non nello stesso momento: occhi elettronici al vaglio degli inquirenti. Gli esperti: "Quando sono arrivati i soccorsi la carcassa era calda e senza fiamme, significa che bruciava da tre ore al massimo"

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di Valentina Reggiani

Telecamere private passate al setaccio tra Concordia e le varie frazioni – come quelle di Santa Caterina e Vallalta – e accertamenti tecnici irripetibili dei Ris per identificare con certezza la vittima e per trovare elementi utili alle indagini sia sul luogo del macabro ritrovamento che tra le lamiere bruciate dell’auto. E anche – pare – nell’azienda in cui la giovane lavorava.

Sono ore delicatissime queste per far luce sul femminicidio di Concordia. Ieri, infatti, al comando provinciale dei carabinieri è stato conferito l’incarico ai Ris di Parma, davanti al pm Natalini per accertamenti tecnici non ripetibili, di tipo scientifico. Si lavora sull’identificazione del corpo rinvenuto nel baule della Ford distrutta dalle fiamme, anche se pare non vi siano dubbi sul fatto che si tratti della giovane mamma di Ravarino Alice Neri. "I Ris inizieranno immediatamente il loro lavoro, sicuramente sul luogo di rinvenimento così pure all’interno dell’auto, ma si recheranno anche in medicina legale dove è custodita la salma", ha spiegato il legale del marito della vittima, l’avvocato Luca Lugari.

Come noto, infatti, sono due gli indagati per omicidio: il marito della donna, Nicholas Negrini e il conoscente sardo e collega di lavoro della vittima con cui Alice aveva trascorso l’intera giornata di giovedì, almeno in base alle telecamere del locale di Concordia che li ha immortalati insieme almeno fino alle 3 della mattina.

E’ da quel momento che il mistero si infittisce. Dove è stata Alice fino al ritrovamento, venerdì alle 21, del suo cadavere nel baule della Ford incenerita dalle fiamme? Il marito ha spiegato di averla salutata giovedì sera, quando Alice sarebbe rientrata dal lavoro spiegando che sarebbe uscita a bere un aperitivo con un collega. L’uomo si sarebbe poi addormentato insieme alla bambina e si sarebbe reso conto della scomparsa della moglie solo il giorno successivo, denunciando il fatto ai carabinieri.

I varchi di Concordia, sempre venerdì, avrebbero anche immortalato le targhe dell’auto del conoscente sardo e della vittima che sarebbero quindi passate in paese. A che ora è ‘arrivata’ quindi la Ford nelle campagne di Fossa? Secondo un tesimone a mezzogiorno di venerdì non ve n’era traccia ma, all’arrivo dei pompieri, le fiamme si erano ormai spente e la carrozzeria non risultava ‘incandescente’. Segno che il rogo sarebbe stato appiccato non più di tre ore prima. Non solo: accanto al veicolo è stato rinvenuto un bidone, ora nelle mani della scientifica. Conteneva forse il liquido infiammabile utilizzato per dare fuoco alla vettura? E’ ancora presto per dirlo. Sul luogo del ritrovamento sarebbe stato trovato olio per motori che, forse, era contenuto proprio in quella tanica e che risulterebbe essere ‘esausto’, forse appartenente al proprietario del terreno.

Sui diversi elementi, però, saranno i Ris a far luce. Saranno invece fondamentali appunto le registrazioni delle telecamere di tutto il ’perimetro’, ovvero dell’eventuale tragitto percorso dal potenziale assassino. Ecco il perché della caccia agli occhi elettronici nell’intera zona della bassa.

Nel luogo dove è stata ritrovata Alice, ieri un gruppo di donne ha portato fiori. Nelle scorse ore anche l’azienda dove lavorava la giovane donna ha organizzato un momento di ricordo e commemorazione.