Modena, 14 settembre 2024 – C’è un nuovo sviluppo giudiziario sulla tragedia del rally di Riverzana, frazione di Canossa (Reggio), dove nella mattina del 28 agosto 2021 due giovani spettatori, tra cui un modenese, persero la vita, investiti da una Peugeot 208 fuoriuscita dal circuito di corsa e piombata su una collinetta dove c’era pubblico. Le vittime furono Davide Rabotti, 20 anni, reggiano studente di Ingegneria informatica all’Unimore e Cristian Poggioli (nella foto), 35 anni, dipendente del Consorzio agrario, residente da un paio d’anni a Montecenere di Lama Mocogno con la fidanzata.
Al volante della macchina vi erano un vigile del fuoco di Serramazzoni e al suo fianco, come navigatore, un reggiano titolare di un negozio. Il fascicolo, inizialmente seguito dal pm Giulia Stignani (trasferita a Modena), è passato al pubblico ministero Valentina Salvi, che a fine agosto ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e nove gli uomini finiti sott’inchiesta, per i quali si attende ora la fissazione dell’udienza preliminare.
Un destino beffardo volle che Poggioli fu travolto dall’amico pilota per il quale era venuto a tifare. I due uomini sulla Peugeot 208 non sono finiti sott’inchiesta, a differenza di altri nove, ai quali l’avviso di fine indagini fu recapitato nel dicembre 2022: il legale rappresentante Asd Grassano Rally (associazione organizzatrice), il direttore di gara, il supervisore tecnico, quattro apripista distribuiti in due equipaggi, il commissario di gara e il delegato all’allestimento del percorso.
La Procura li ha accusati di omicidio colposo, contestando loro a vario titolo svariate omissioni: ad esempio, non aver identificato l’area come pericolosa per il pubblico; non aver valutato il rischio per gli spettatori “nonostante le preoccupazioni emerse nel Comitato di ordine e sicurezza pubblica in Prefettura”.
Ancora, l’assenza di transenne o fettucciamento “con distanza minima di 30 metri”. Nonché aver riscontrato prima del rally la presenza di spettatori e non essere intervenuti neppure dopo. In agosto i genitori del modenese Cristian Poggioli, intervistati dal Carlino, avevano chiesto che la giustizia accelerasse. Sulla stessa lunghezza d’onda pure l’avvocato difensore Marco Giuseppe Baroncini, che tutela cinque indagati, anche se aveva sostenuto che, ai sensi della norma Cartabia, non vi può essere una ragionevole previsione di condanna, e che quindi la Procura doveva chiedere l’archiviazione per tutti. Secondo una consulenza della difesa, le due vittime “si trovavano in sicurezza, ma poi si spostarono in una zona pericolosa per fotografare o incitare il pilota della Peugeot”. Il pm, invece, domandando il processo per tutti, è andato in direzione opposta a quella auspicata dalla difesa.