Morto a 20 anni, perizia scagiona il medico

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SAREBBE stata la sindrome di Marfan, una malattia genetica rara, ad uccidere Davide Bellimbusto (nella foto), il 21enne morto la mattina del 5 gennaio neanche 30 ore dopo essersi presentato al pronto soccorso di Carpi lamentando dolore al torace.

Il giovane era stato dimesso al termine di alcuni accertamenti e, per la sua morte, risulta indagato per omicidio colposo il medico del pronto soccorso di Carpi che lo aveva preso in carico. Secondo la perizia medico legale depositata nei giorni scorsi, disposta dal pm Guerzoni titolare dell’indagine, però, non sarebbe stato possibile prevedere la malattia che, anche se diagnosticata, è rara e pare appunto che i familiari del giovane non ne fossero a conoscenza.

LA SINDROME di Marfan è una malattia genetica che colpisce il tessuto connettivo e comporta manifestazioni principali a carico dell’apparato cardiovascolare (prolasso della valvola mitrale e dilatazione dell’aorta, che può arrivare a rompersi). Il fascicolo, quindi, potrebbe essere presto archiviato dal momento che, secondo i periti nominati dalla procura, non sarebbe stato possibile prevedere il decesso di Davide. Secondo la letteratura clinica la diagnosi della sindrome viene effettuata sulla base dell’osservazione clinica, dell’analisi della storia familiare e del test genetico che ricerca mutazioni del gene ma, per quanto riguarda la possibilità di cura, al momento non esistono terapie risolutive.

Si può intervenire sui sintomi, a livello cardiovascolare, con farmaci che rallentano la dilatazione aortica. Il giorno prima di morire il 21enne era andato al pronto soccorso lamentando il forte dolore al petto. Era stato visitato, sottoposto ad elettrocardiogramma ed esami del sangue e dimesso dopo meno di tre ore per assenza di riscontri patologici. I genitori del 21enne avevano presentato denuncia, chiedendo di far luce sul tragico decesso e su eventuali responsabilità, non essendo stato inviato in cardiologia.

A TROVARE Davide riverso a terra, nel bagno, quella terribile mattina del 5 gennaio, era stato il compagno della mamma del ragazzo. L’autopsia aveva da subito escluso l’infarto e, a seguito della consulenza tecnica svolta dai periti – tra cui il medico Matteo Tudini di Bologna, incaricato dalla Procura – è emerso come il ragazzo soffrisse della rara malattia genetica. Per questo, secondo il consulente, il medico del pronto soccorso che visitò il ragazzo 24 ore prima del decesso non avrebbe potuto predire il terribile decesso.