Morto dopo le dimissioni, 3 sanitari indagati

Sassuolo, la Procura vuole fare luce sulla morte di Alberto Dogali. Era stato rimandato a casa dal pronto soccorso di Sassuolo poi la tragedia

Migration

Sarà sottoposto a un ulteriore esame autoptico il cuore di Alberto Dogali, il 54enne di San Michele deceduto il 26 novembre dopo essere andato al pronto soccorso di Sassuolo perché accusava forti dolori al petto. Al momento sono tre i componenti del personale sanitario indagati dell’ospedale di Sassuolo. Un atto dovuto dopo che il pubblico ministero ha aperto il fascicolo per omicidio colposo, che servirà a ricostruire tutti i passaggi tra la notte e la mattina di quel giovedì. "Vogliamo capire cosa è successo – disse la moglie Monica Cerchiari subito dopo il decesso – ed evitare che in futuro si ripeta con altre persone, lo faccio soprattutto per le nostre figlie". Una di 18, che frequenta l’ultimo anno della scuola superiore, e una di 26 anni che qualche giorno dopo si sarebbe laureata in Ingegneria ambientale, senza il papà…. Lo stesso ospedale di Sassuolo esprimendo vicinanza alla famiglia ha promesso "la massima collaborazione e disponibilità per consentire tutte le verifiche del caso così da poter far luce sull’accaduto".

La tragedia è cominciata nella notte quando Dogali ha avvertito un forte dolore al petto: "Ha deciso – racconta la consorte – di recarsi da solo al pronto soccorso all’ospedale di Sassuolo" dove è rimasto cinque ore (dalle tre alle 7.45) ed è stato sottoposto tra l’altro a un elettrocardiogramma. "Gli hanno fatto anche gli esami del sangue, una flebo, gli sono stati somministrati del Valium e un antidolorifico, spiegando che non c’era nulla di particolare, il malessere poteva essere riconducibile a stress. E’ stato lì a lungo". Quindi è stato rimandato a casa. Dove, tuttavia, i dolori non sono diminuiti, anzi. La situazione è precipitata col passare delle ore. Tanto che intorno alle 10.15 del mattino la famiglia ha dovuto chiamare un’ambulanza perché le fitte al petto peggioravano, erano sempre più intense: "I sanitari – prosegue la signora – sono rimasti un’oretta in casa per assistere mio marito, per provare a stabilizzarlo". Quando però ci si è resi conto che le sue condizioni invece di rientrare nella norma si aggravavano è stata chiamata a supporto un’automedica del 118 e subito dopo c’è stata la corsa in ospedale a Baggiovara in codice rosso dove, nonostante sia stato sottoposto a un’operazione chirurgica, il 54enne è morto per arresto cardiaco.

La famiglia, assistita dall’avvocato Giuseppe Bartolo, a quel punto ha sporto denuncia e la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Nei giorni scorsi la difesa ha chiesto un ulteriore esame autoptico da parti di alcuni cardiologi, una perizia che sarà svolta a fine febbraio, con esito probabilmente a marzo.

Gianpaolo Annese