Morto e vegliato dal cane, addio al commercialista Stefano Lugli

Commozione a Modena per la scomparsa del professionista, deceduto durante un’escursione. Era conosciuto da tutti come ’la Lilli’

Stefano Lugli con il cane Merlin, che l’ha vegliato dopo l’incidente mortale

Stefano Lugli con il cane Merlin, che l’ha vegliato dopo l’incidente mortale

Modena, 22 giugno 2021 - Tutti lo conoscevano come ’la Lilli’. Lui era Stefano Lugli, il modenese trovato privo di vita nella giornata di domenica, sotto la cima del Corvo Nero in Val di Fiemme. Quando gli operatori del Soccorso Alpino dall’elicottero hanno individuato la salma di Stefano, si sono trovati di fronte ad una situazione drammatica e al tempo stesso commovente.

A vegliare il suo padrone c’era il cane Merlin, affamato e assetato ma in buone condizioni, un flet coated retrivier di 4 anni, al quale Stefano era molto affezionato, compagno fedele in quelle escursioni in montagna sempre più frequenti negli ultimi anni.

Ieri alcuni dei suoi amici di sempre si sono recati a Cavalese per il riconoscimento della salma e per espletare alcune pratiche burocartiche, ancora increduli per l’accaduto. Sono stati loro a riportare in serata Merlin in città e saranno probabilmente loro ad occuparsene.

Il dirupo in cui è stato ritrovato il corpo senza vita di Lugli
Il dirupo in cui è stato ritrovato il corpo senza vita di Lugli

Stefano Lugli avrebbe compiuto 58 anni il prossimo 11 luglio. Laureato in Economia e Commercio, aveva lavorato nel settore dell’abbigliamento, collaborando anche con lo studio della sorella Grazia, commercialista. Padre di Antigone una bellissima bambina di 5 anni, era molto conosciuto a Modena. Anche per i suoi trascorsi da calciatore, fedele alla maglia della Cdr, difensore arcigno, grande tifoso della Juve.

Ma forse uno degli aspetti che lo gratificava maggiormente, era il profondo legame con gli amici di sempre. Quelli della compagnia del Tramezzino, storico bar di Piazza Grande, che aveva permesso di saldare nel tempo amicizie vere che ancora oggi tengono unito quel gruppo.

Giancarlo ’Charles’ Salvaterra è uno loro, legatissimo alla Lilli. "Siamo tutti sconvolti. Di lui posso solo dire che era una persona pulita e trasparente, sempre disponibile nei confronti del prossimo. Era per me come un secondo fratello. Mio padre è stato il migliore amico di suo papà. Avremo trascorso insieme 55 giorni di Natale. Era un trascinatore, impossibile non volergli bene. Noi del ’Tramezzino’ , poi diventata compagnia ’Cdc’, siamo sempre in costante contatto e puntualmente ogni anno, da 40 anni, scatta la vacanza insieme, rigorosamente per soli uomini".  

L’amico Charles racconta poi quelle lunghe e drammatiche ore di domenica. "Sabato sera ho provato a chiamarlo, dovevamo organizzare qualcosa per la prossima settimana. Una telefonata quasi casuale. Il fatto che non rispondesse subito non mi ha preoccupato. Ha provato a rintracciarlo anche la sua mamma, Leda. Domenica è scattato l’allarme e quando i Carabinieri sono entrati nell’appartamento che aveva in affitto a Cavalese, hanno scoperto che quella notte Stefano non era rientrato".

Da quel momento sono partite le ricerche che si sono concentrate nelle vicinanze dell’auto lasciata da Stefano lungo i sentieri che portano in quota oltre i duemila metri. "Conosceva bene quei percorsi, non serviva essere esperti per affrontarli - sostiene ancora Salvaterra - andava spesso per passeggiare in altura con il suo Merlin. Ci hanno detto che in quella zona l’erba, vicina alle rocce, è molto scivolosa e potrebbe averlo tradito. Da no n credere".

Spesso Stefano andava da quelle parti, anche d’inverno, con un amico che casualmente questa volta non c’era.

Oggi alle 14 i funerali nella chiesa di San Damaso.