
Moto elettrica? Più Energica: "La userà la polizia francese"
"Potenti, silenziose, non inquinanti. Cosa c’è di meglio delle moto elettriche?" L’elettricità Livia Cevolini, ceo di Energica Motor Company, ce l’ha nelle vene. Nata e cresciuta a Modena, nella culla della Motor Valley, grazie al suo intuito e al ’know how’ della sua famiglia – da sempre nel mondo delle tecnologie d’avanguardia – ha deciso di sfidare un’equazione romantica, come la definisce lei: "Rumore più cattivo odore uguale potenza". E ora le moto della sua società, quotata in Borsa, conquistano il mondo. L’ultimo traguardo? La vittoria di un appalto per la fornitura di motociclette alla polizia francese.
Cevolini, la vittoria di questo appalto certifica i vostri successi recenti.
"Sì, siamo molto contenti e pensiamo che la Francia, con un bando così ben costruito, abbia lanciato a tutti un importante messaggio in merito alla transizione elettrica. Ci sono tanti Paesi che oggi investono sulle moto elettriche per le attività di pattugliamento. Oppure, per fare un altro esempio, usano moto ambulanze per ridurre i tempi di intervento".
Avete partecipato al campionato MotoAmerica con uno dei vostri modelli e avete tenuto testa alle concorrenti ’tradizionali’. Cos’ha di meno, a questo punto, una moto elettrica?
"Se lo chiede a me rispondo con convinzione: niente. In America abbiamo fatto faville: record della pista a Laguna Seca, secondo posto nel Circuit of the Americas in Texas. Abbiamo chiuso il campionato quarti classificati. E avevamo avuto poco tempo per organizzarci, non due anni come i nostri avversari. Il problema è che bisogna andare oltre la finta convinzione che un oggetto silenzioso non sia potente. Non è obbligatorio che puzzi e faccia fracasso. Anzi, coi tempi che corrono non inquinare, anche a livello acustico, mi sembra molto importante".
Spesso i detrattori dell’elettrico citano le difficoltà legate alle lunghe percorrenze.
"C’è la ricarica veloce, semmai il problema è la diffusione delle colonnine. Chiedo: un motociclista non si fermerebbe comunque per un quarto d’ora ogni 400 chilometri? È sufficiente per ricaricare e ripartire".
Riavvolgiamo il nastro. Qual è la scintilla di ’Energica’?
"Nel 2009 le aziende della mia famiglia attraversavano un momento difficile. Volevamo fare qualcosa di nuovo per evitare che l’impatto sui nostri affari fosse troppo pesante. Così, affascinati dall’idea dell’elettrico, abbiamo costruito quello che sapevamo fare meglio, una moto da corsa. Ed è venuta molto bene. Una cosa ci ha subito conquistato: questo è un libro che va scritto da zero. Chi si affaccia al mercato della benzina non può fare altro che piccole innovazioni, nell’elettrico invece c’è molta più evoluzione, fantasia, scienza. E ogni passo avanti è gigantesco".
Quali sono i numeri che ’fotografano’ la vostra crescita?
"A partire dalla quotazione in Borsa, nel 2016, abbiamo raddoppiato il nostro giro d’affari anno dopo anno. Nel 2022 è stato di 13 milioni. Nel 2023, però, è arrivata una grossa crisi non dovuta al mercato, perché vendiamo tanto e abbiamo commesse con numerosi governi, ma a un problema finanziario legato alle difficoltà del nostro socio di maggioranza, colpito dalla crisi del Nasdaq. Avevamo avviato il lancio di alcuni prodotti e anche investimenti ulteriori per i prodotti sul mercato, ma purtroppo ci siamo dovuti mettere in standby, rallentando anche la produzione nonostante le tante richieste. È un vero peccato e stiamo cercando un’alternativa, anche perché questa tegola è arrivata poco dopo il lancio dell’Experia, il nostro modello di punta. È un momento complicato, ma lo supereremo. A questo proposito voglio ringraziare i fornitori e i dipendenti, che ci stanno continuando ad affiancare con sacrificio e passione".