Multa sospesa a Sassuolo, il vigile non era in divisa

La Cassazione accoglie il ricorso di un automobilista. La replica:"Ma il comandante era in servizio"

Multa sospesa a Sassuolo, nella foto di repertorio un vigile urbano (Fiocchi)

Multa sospesa a Sassuolo, nella foto di repertorio un vigile urbano (Fiocchi)

Modena, 5 febbraio 2019 - Un agente della municipale non può elevare una multa se non è in quel momento in servizio e per giunta in abiti borghesi. A stabilirlo è la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un cittadino, G.Z., che a Sassuolo aveva all’inizio del 2017 preso una sanzione perché aveva sorpassato un’altra macchina a forte velocità in prossimità dell’incrocio di via Stazione e via Radici.

L’automobilista ha contestato il verbale dicendo che l’agente che gli aveva comminato la multa – l’allora comandante Stefano Faso – era in abiti borghesi: ne ha dedotto che non era in servizio. Il problema è che la municipale contesta questa versione, spiegando che anche se il comandante era in abiti civili, era comunque in servizio. Il tribunale e il giudice di pace di Modena infatti hanno dato ragione alla polizia municipale

La Cassazione invece puntella la versione dell’automobilista e ‘corregge’ il tribunale sottolineando che la sentenza «contrasta con l’orientamento espresso dalle sezioni civili di questa Corte», un pronunciamento «travisato» dal tribunale nel momento in cui equipara la municipale ad altri corpi i cui agenti possono operare su tutto il territorio nazionale e sarebbero sempre in servizio. Nello specifico il massimo organo amministrativo ricorda che «gli appartenenti alla polizia municipale hanno la qualifica di agenti di polizia giudiziaria soltanto nel territorio di appartenenza e limitatamente al tempo in cui sono in servizio e ciò a differenza di altri corpi, quali la polizia di stato, i carabinieri, la guardia di finanza, i cui appartenenti operano su tutto il territorio nazionale e sono sempre in servizio».

I vigili urbani dunque, prosegue la Cassazione, «possono accertare tutte le violazioni in materia di sanzioni amministrative e fra queste anche quelle relative alla circolazione stradale, purché si trovino nell’ambito territoriale dell’ente di appartenenza e alla condizione che siano effettivamente in servizio». La Cassazione ha accolto dunque il ricorso e la sentenza è stata rinviata al tribunale di Roma che dovrà pronunciarsi nuovamente in linea con questo orientamento e sarà chiamato a regolare la spesa di giudizio.

La versione viene però contestata dal comando di Sassuolo che ribadisce quanto emerso in tribunale a Modena, vale a dire che Faso era sì in abiti borghesi (non in divisa), ma quando ha chiamato la pattuglia per elevare il verbale dopo che l’auto si è fermata, era in orario di lavoro, regolarmente in servizio (era un sabato mattina). L’aspetto della divisa inoltre, fanno presente i vigili urbani, è poco rilevante nel momento in cui la municipale può operare anche in abiti civili quando per esempio è impegnata in attività di polizia giudiziaria, azioni per esempio di pedinamento o appostamenti.