"Museo delle mummie, è record di visitatori"

Pievepelago, oltre 4mila accessi durante l’estate. Il presidente Ferroni: "Uno stimolo in più per far conoscere questa realtà"

"Museo delle mummie, è record di visitatori"
"Museo delle mummie, è record di visitatori"

Oltre 4mila i visitatori in estate al Museo delle Mummie di Roccapelago, un risultato di grande rilievo nel panorama dell’intero Appennino. Infatti gli abbinati Museo civico delle Mummie e Museo storico ‘Sulle orme di Obizzo da Montegarullo’ hanno registrato costantemente alti afflussi, anche nei mesi di giugno e luglio al contrario di quasi tutte le altre realtà appenniniche, prima del ‘boom’ di agosto. L’associazione Pro Rocca, che gestisce le visite in convenzione col Comune di Pievepelago, fa quindi un positivo consuntivo: "Pur importante il numero altissimo di visitatori – dice Enzo Ferroni presidente dell’associazione di volontariato – contano tantissimo i giudizi positivi ricevuti al termine delle visite guidate, che ci spronano a far conoscere ancor più questa realtà unica in Italia.

Già lo scorso anno avemmo positivi riscontri di afflusso dopo la trasmissione del curatissimo servizio televisivo di Rai Uno su Superquark (l’ultimo presentato direttamente da Piero Angela), ma quest’anno siamo andati ancora oltre". A destare interesse non solo le mummie vere e proprie, ma tutto il corredo di vestiti, oggetti devozionali ed altri reperti, ben catalogati ed esposti. "Le mummie di Roccapelago – spiegano i curatori museali – sono un singolare ritrovamento archeologico, avvenuto tra il dicembre 2010 e il marzo 2011 nel corso dei lavori di ristrutturazione della Chiesa dove gli archeologi hanno fatto una scoperta eccezionale: una fossa comune con 281 inumati tra adulti, anziani, infanti e settimini, di cui circa 60 perfettamente mummificati. Donne, uomini e bambini, presumibilmente l‘intera collettività vissuta a Roccapelago tra il XVI e il XVIII secolo, abiti, calze, sudari, effetti personali, oggetti devozionali, crocifissi, rosari, una gran quantità di tessuti, pizzi e cuffie che avvolgevano i defunti". Non solo un ritrovamento unico per l‘Italia settentrionale ma un‘autentica miniera di informazioni, in virtù della rara opportunità di studiare sia i resti umani che gli indumenti e i tanti oggetti d‘uso quotidiano, ricostruendo quasi tre secoli di vita contadina, credenze, tradizioni, usanze e abitudini di quell‘antica comunità montana. L’allestimento museale consiste in tre sale a partire dalla cripta. Nella prima sala sono esposti tutti i reperti appartenenti alla fase del castello. Nella seconda sala sono invece esposti i reperti che riguardano gli oggetti devozionali e personali rinvenuti durante i lavori di scavo. La terza sala è espressamente dedicata ai tessuti. Allo studio ora altre iniziative comunali per la promozione di quello che sta diventando sempre più uno dei poli storici-antropologici più importanti dell’Appennino.

g. p.