"Noi non chiediamo la censura dell’arte, di cui rispettiamo la totale libertà di espressione, che noi stessi pratichiamo criticando l’installazione, noi vogliamo censurare la guerra, i suoi simboli e i suoi strumenti". Modena volta pagina e Unione popolare replica al sindaco Gian Carlo Muzzarelli che aveva parlato di "inaccettabili richieste di censura" a proposito delle richieste di rimozione del ’Carro amato’ in piazza XX. "Come ha chiarito il Movimento non Violento Modena in una preziosa quanto ignorata nota ’La Pace nasce nelle nostri menti, se sono menti ’disarmate’ che rigettano scelte, simboli e strumenti di guerra e di morte. La ’cultura della pace’ dipende da noi che abbiamo la responsabilità di dare alle nuove generazioni esempio e insegnamento sulla strada da seguire".
E poiché il sindaco Muzzarelli ricorda la Costituzione, "noi ci permettiamo di ricordargli che chi dissente e protesta pacificamente non è un ’irresponsabile’ come lui dice ma semplicemente una persona che esercita il diritto alla libertà di parola". Mvp e Unione popolare ricordano "che la nostra Carta tra i 12 principi fondamentali ha anche il ripudio della guerra definitivo e senza appello (articolo 11 della Costituzione). È un brutto segnale quando l’Amministrazione di una città cuore di una provincia partigiana, quale è Modena, apre le porte ai simboli della guerra esaltandoli: i carri armati alla Motor Valley, il pezzo di carro armato davanti al Pala Madiba, perfino un aereo F104 (usato nella guerra in Vietnam…) davanti all’università. Su un punto siamo d’accordo con il sindaco ’solo gli adulti irresponsabili trasformano un Babbo Natale in qualcosa di negativo’ e associare Babbo Natale a uno strumento di guerra e morte come un carro armato è indubbiamente qualcosa di negativo".