Cronaca'Ndrangheta in Emilia Romagna, maxi sequestro da 9 milioni di euro

'Ndrangheta in Emilia Romagna, maxi sequestro da 9 milioni di euro

L'operazione dei carabinieri va a colpire il patrimonio accumulato illecitamente dai fratelli Antonio e Cesare Muto, il primo già condannato nel processo Aemilia. Sigilli nel Reggiano

I carabinieri del Ros

I carabinieri del Ros

Modena, 20 novembre 2019 - Operazione dei Carabinieri contro la 'Ndrangheta in Emilia Romagna: sequestrati beni per un valore stimato di 9 milioni di euro. Nella mattinata di ieri il Ros e il Comando Provinciale Carabinieri di Modena hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dalla Ddda di Bologna, nei confronti dei fratelli Antonio Muto (attualmente detenuto poiché condannato in I grado nell'ambito del processo Aemilia per associazione di tipo mafioso, truffa ed estorsione, tutti reati aggravati dalla finalità mafiosa) e Cesare Muto, imprenditori attivi nel settore della logistica e trasporti, dei quali è stata confermata l'appartenenza al circuito economico-relazionale facente capo al sodalizio 'ndranghetistico emiliano, storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR), capeggiata dall'ergastolano Nicolino Grande Aracri.

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Il sequestro d’urgenza dei beni per un valore di oltre nove milioni va a colpire il patrimonio accumulato illecitamente dai fratelli Muto. Tra le cinque aziende sottoposte a sequestro e i dodici immobili molti sono ubicati nel territorio reggiano.

Leggi anche Allarme bomba a Reggio Emilia, evacuato il tribunale Le indagini hanno evidenziato come i fratelli Muto, nel 2012, avessero attribuito fittiziamente la titolarità delle loro società a soggetti diversi e, nel 2013, dopo essere stati colpiti da interdittiva antimafia, avessero anche costituito la società Cospar s.r.l, operativa nel campo della commercializzazione degli inerti e dei trasporti, intestandone le quote a Salvatore Nicola Pangalli. L'intervento, che si inserisce nella più ampia manovra di contrasto all'infiltrazione della 'ndrangheta nel tessuto economico dell'Emilia Romagna, sta interessando le province di Reggio Emilia, Parma e Crotone e sta riguardando beni immobili e mobili per un valore stimato di 9 milioni di euro.