Negozianti pronti alla prova del Pos "E’ utile, ma a volte ci rimettiamo"

I più scontenti sono i tabaccai: "Siamo svantaggiati quando ci pagano importi bassi con la carta". Bisognerebbe rivedere le commissioni. Contiamo anche sul buon senso dei nostri clienti"

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di Sofia Silingardi

E’ scattato l’obbligo per tutti i commercianti di accettare i pagamenti con bancomat e carta di credito, con l’introduzione di sanzioni in caso di rifiuto (30 euro più il 4% della transazione). Tra le vie del centro, non si respira un clima di tensione. I più contrari sono i tabaccai, essendo anche i più colpiti. Nei bar e forni, il cambio di regime non è stato accolto con particolare preoccupazione. I negozi, infine, sono da sempre abituati a questa prassi. Stefano Benatti, titolare di Cafè Italia, è tranquillo, "non ci ha fatto né caldo né freddo, il pos lo usiamo da parecchio tempo, di solito per importi un po ‘ più alti, intorno ai 10 euro, un pranzo ad esempio. Per una colazione, ancora no. 2,50 euro uno in tasca se li ritrova sempre. Diventa quasi un episodio comico pagare un caffè con il pos, però se succede, non abbiamo mai fatto problemi". Sui costi, "iIl nostro pos è in comodato d’uso della banca, che ce l’ha lasciato per un affitto mensile di 15 euro. Poi su ogni transazione c’è una minima percentuale. Essendo un bar abbiamo un giro limitato di pos, la percentuale che ci viene sottratta è veramente irrisoria".

Anche per per la Tabaccheria del portico Cartoleria minerva di Maria Grazia Severi, il pos non è una novità, ma per i piccoli importi rappresenta un problema . "Non è cambiato nulla, è da tanto che lo usiamo e ho sempre fatto pagare i clienti con il pos. E’ chiaro che accettarlo per una busta da 30 centesimi è un po’ più impegnativo. Di solito chiedo se cortesemente possono andare al bar a cambiare, finora ho sempre trovato persone molto disponibili". Ma in base alle nuove norme, un cliente potrebbe rifiutarsi, facendo scattare la sanzione. "Per noi tabaccai c’è un danno, le commissioni bancarie sono talmente alte che assorbono i nostri guadagni. Basterebbe che gli istituti bancari o la Banca d’Italia, data la situazione, permettessero di ridurre queste commissioni. Per un negozio è diverso, i prezzi vengono imposti dal fornitore, dandoti un margine maggiore con cui si può sopravvivere. Con lo stato non lo puoi fare: l’aggio (la quota di ricavo lorda dei tabaccai sui generi di monopolio statale) di ricariche, marche da bollo, è minimo. Proprio per questo non ho nè il lotto nè il superenalotto". Ed è d’accordo Hu John, titolare del John cafe tabaccheria, "come tabaccheria siamo svantaggiati, perché lavoriamo con lo stato. È un po’ difficile, adesso vediamo se c’è qualche soluzione, un accordo con le banche o lo stato. Speriamo che qualcuno faccia qualcosa. - e aggiunge - Soprattutto i giovani chiedono di pagare con il pos, gli adulti un po’ meno". Il suo appello: "esoneriamo i tabaccai da questa regola".

Pur sostenitore del pos, Roberto Menabue, proprietario di Dischinpiazza, non è d’accordo per quanto riguarda la biglietteria, in particolare per gli abbonamenti al Modena, "sui biglietti del Modena, a fronte di una commissione da 5 euro, prendo 58 centesimi. Non posso rimetterci per ogni abbonamento che vendo. O mi pagano di più con il pos, oppure in contanti. E’ un po’ come per le tabaccherie: stamattina sono andato a pagare una multa di mia figlia. Con il pos si pagano delle commissioni in più, rispetto ai contanti. Anche perché, quello della tabaccheria ci prende zero, quindi è normale così. Ma nell’uso del negozio, per i cd, i dischi, le magliette e i cappellini, io preferisco che mi paghino con il pos, più comodo e sicuro". Da ultimo, Dino Ronchi, titolare del forno San Biagio, "l’abbiamo presa abbastanza bene, per noi cambia poco, accettiamo tutti i pagamenti, è difficile dire di no al cliente. Chiaro che per gli importi molto bassi siamo penalizzati, soprattutto con la carta di credito che ha delle commissioni molto alte, ma ormai c’è e bisogna usarlo." A usare questo tipo di pagamenti sono principalmente giovani e turisti, "la clientela di una certa generazione preferisce ancora i contanti".

Introdotta per contrastare l’evasione fiscale, in parallelo alla riduzione del limite per l’uso del denaro contante, la misura era prevista per il 1 gennaio 2023, ma la sua entrata in vigore è stata anticipata di sei mesi dal decreto pnrr. Per chi svolge l’attività di vendita di prodotti e prestazione di servizi, l’obbligo di accettare pagamenti con carte esiste già dal 2014, ma non sono mai state previste sanzioni, fino ad oggi.