Nek: "Che emozione cantare l’inno per il presidente"

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"Avevo le mani che mi tremavano. E dire che io con l’emozione ho a che fare abbastanza spesso". Ma cantare l’Inno di Mameli davanti alla più alta carica dello Stato, in mezzo ai sindaci di mezza provincia, con gli occhi puntati dei modenesi e di chi ha voluto ricordare quelle terribili scosse che hanno cambiato il destino di un territorio, è un’emozione molto più forte di quella che si prova salendo su un palcoscenico a un concerto. Lo sa bene Filippo Neviani, in arte Nek, che ieri per alcuni minuti si è esibito al Teatro comunale ‘Facchini’ di Medolla. "Sono affiorati alla mente tanti ricordi – spiega Nek – Dieci anni fa, in questo periodo, è venuto a mancare mio papà. Oltre al terremoto c’è stata quindi una sofferenza in più. Tutti ricordi che tornano alla mente, perché rimangono sempre nel cuore". Così come la grande macchina organizzativa che si è messa in moto fin dai primissimi giorni, grazie all’aiuto di tantissimi volontari e tanti cantanti e artisti che non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno. "Ricordo che il mio paese d’origine Sassuolo, come tanti paesi, si è prestato a dare aiuto – dice Nek –. Ed è stata una forza immensa. Siamo qua per ricordare le vittime, ma per ricordare anche gli emiliani che si rimboccano le maniche, che sono ospitali, che si mettono a disposizione senza risparmiare le forze. Non potevo non accettare l’invito a cantare l’Inno nazionale per il presidente, per tanti amici che fanno parte delle istituzioni, per i cittadini. L’Emilia-Romagna è la mia terra e ovviamente dal punto di vista emozionale il sentimento si è caricato tanto. È stato giusto salire sul palco ed essere vibrante".

p.t.