
Il sacerdote missionario di Carpi rimase cieco dopo un attentato in Brasile. Il nipote e don Dotti in viaggio oltre oceano insieme al vescovo Castellucci.
Prosegue il viaggio in Brasile dell’arcivescovo Erio Castellucci, organizzato dai Centri Missionari delle Diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi. E proprio la delegazione carpigiana riveste un ruolo di primo piano in questo viaggio missionario: la visita dell’arcivescovo, iniziata venerdì scorso, è stata infatti preceduta dall’arrivo in Brasile di don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, e di don Francesco Cavazzuti ‘junior’, nipote del sacerdote carpigiano don Francesco Cavazzuti (morto a 86 anni il 7 agosto 2021, ndr) che era profondamente legato a quelle terre.
Don Cavazzuti, per tutti padre Chicão (che letteralmente vuol dire ‘il grande Francesco’,) era animato infatti da un’autentica vocazione missionaria: nel 1969 è stato inviato come ‘fidei donum’ in Brasile, dove il 27 agosto 1987 ha subito l’attentato commissionato per eliminarlo. Aveva appena finito di celebrare una messa e stava riportando i paramenti in auto quando è stato raggiunto da una pallottola alla testa, sparata da un sicario. Riuscì a salvarsi, ma perse la vista.
Il 16 giugno scorso, la prima tappa di don Dotti e don Cavazzuti ‘junior’, è stata proprio lo Stato del Goiás, dove il missionario carpigiano ha svolto il suo ministero tra i ‘sem terra’ (i lavoratori agricoli espropriati dei terreni) e, dove, per il suo forte impegno per la giustizia e il riconoscimento dei diritti umani e dei lavoratori, ha subito l’attentato.
L’intento dei due sacerdoti di Carpi è quello di raccogliere testimonianze dirette per sostenere la causa di beatificazione di don Cavazzuti: per questo hanno incontrato alcune persone che conobbero padre Chicão, tra cui don Mauro Francisco Dos Santos, ‘don Maurinho’, rettore del Seminario di Goiás – la cui vocazione si deve proprio all’apostolato di don Cavazzuti – e Joana d’Arc, che ha fatto da guida al missionario per 15 anni, dopo che era divenuto cieco.
Don Antonio e don Francesco ’junior’ hanno poi visitato tanti altri luoghi cari al missionario, tra cui anche il Cepami (centro pastorale per i minori) fondato dallo stesso don Cavazzuti.
Il suo posto era là, in Brasile: a seguito dell’attento, dopo le cure e una lunga convalescenza in Italia, don Francesco ha deciso infatti di tornare ‘tra la sua gente’, in mezzo ai suoi poveri.
Nel 2005, alla presenza del vescovo emerito Elio Tinti e dell’allora sindaco di Carpi Enrico Campedelli, proprio a Goias è stato inaugurato il ‘Centro per i Diritti Umani’ intitolato a don Francesco Cavazzuti, che poi è rientrato definitivamente in Italia, a Carpi, a fine 2007.
Sabato scorso, i sacerdoti carpigiani sono stati raggiunti dalla delegazione modenese guidata dal vescovo Erio Castellucci, affiancato da Francesco Panigadi, direttore del Centro Missionario di Modena, e da una decina di volontari e insieme sono stati sul luogo dell’attentato a don Cavazzuti, in campagna, poco fuori da Mossamedes, sostando in preghiera. Sul luogo, il memoriale riporta la scritta: ‘Qui la vita ha sconfitto la morte!