Nevicate e frane, in montagna è inverno

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UN MAGGIO freddo, invernale, con il manto nevoso a fare da atmosfera. Sul nostro Appennino anche quella di ieri è stata una giornata da record, con temperature da dicembre e, purtroppo, con la lista delle strade dissestate che si allunga proprio a causa del maltempo.

Strade imbiancate dalla neve quindi fin da ieri mattina al sopra dei 700 metri a Sestola, Pievepelago e Frassinoro. Dalle 9 a mezzogiorno la neve è caduta a tratti anche fitta, come di solito accade solo a gennaio-febbraio. E l’anomalia stagionale, iniziata il 5 maggio, non finirà qui: sule pendici del Cimone sono previsti altri 5 giorni di alternanza sereno-nuvoloso-neve, con epicentro sabato con altri 1020 cm di neve in quota. La causa è l’infiltrazione di area fredda polare, che continua a transitare sull’Italia, con temperature di ben oltre 10 gradi sotto la media. Ieri mattina a Riolunato si sono registrati zero gradi, più due a Pievepelago e Sestola; sulla vetta del Cimone minima mattutina di meno 5.7 gradi come rilevato dalle stazioni di MeteoSestola. La neve quindi ha subito attecchito ieri mattina, pur non durando molto alle quote medie. Sulla vetta del Cimone si stima che ora vi sia oltre mezzo metro di neve. Pochi centimetri comunque ai passi dell’Abetone e delle Radici. A fare le spese di quest’inverno ritardato sono ancora una volta gli alberi, fiaccati dal peso della neve sulle foglie e gli animali come api e i nati di piccoli uccellini. I Comuni appenninici, che già avevano chiuso i conti delle spese relative alla spalatura neve al 30 aprile, si sono ritrovati a molte spese impreviste in questo mese di maggio, soprattutto per i danni idro-geologici della neve e delle piogge. Probabilmente verrà chiesta la ‘calamità naturale’ visto l’ingente elenco dei danni dal maltempo.

Dal punto di vista delle frane invece, bisognerà attendere ancora prima di avere una stima dei danni causati dal maltempo, perché ogni giorno l’elenco di dissesti si allunga.

«Se al disastro della viabilità con frane, buche nelle carreggiate e cunette ostruite, sommiamo i danni subiti dai privati e dagli agricoltori, siamo nel pieno di una vera calamità», dice Gian Domenico Tomei, presidente della Provincia. Secondo di suoi dati, soprattutto a causa della nevicata del 5 maggio scorso, ci sono 600 chilometri di strade provinciali di montagna con alberi abbattuti dalla neve o seriamente danneggiati e pertanto si sono resi necessari «interventi in somma urgenza, tuttora in corso, per ripristinare le normali condizioni di sicurezza della circolazione stradale». Il prezzo che presenterà la conta dei danni sarà molto elevato. . A ieri pomeriggio erano due le strade provinciali sulla nostra montagna chiuse al traffico per frane. La 26, ‘sbarrata’ alcune settimane fa a Castagneto di Pavullo, dove la situazione è molto peggiorata durante questi ultimi giorni. Fin quando la frana non si stabilizzerà, dicono i tecnici, non sarà possibile iniziare la costruzione della variante prevista. L’altra è la 324 fra Roncoscaglia e Sestola al km 43+800. Cinque le provinciali con tratti percorribili a senso unico alternato: la 33 interessata da due frane, una a Frassineti di Pavullo dove la carreggiata si è abbassata di quindici centimetri, e una vicino a Polinago; la 623 a Zocca; la 24 a Casa Aloia a Prignano; la 486 a Tolara di Frassinoro. Numerose le limitazioni di velocità su arterie provinciali. Preoccupa particolarmente la Sp 23 a Saltino di Prignano, dove, al chilometro 1+650, l’acqua del torrente Rossenna ha eroso la sponda e la zona rischia di restare isolata. Tomei, in qualità di sindaco di Polinago, ieri ha segnalato all’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile la pericolosità del letto del torrente Rossenna, in via Trerè in località Minello di Gombola, che passa a ridosso di alcune case private abitate, e la situazione di 14 frane in atto nel suo territorio comunale. Molti i dissesti che interessano anche le strade comunali e interpoderali.

Walter Bellisi - Giuliano Pasquesi